Mondo del vino in subbuglio per quella che gli organi di stampa hanno ribattezzato "vendemmia della vergogna", in relazione allo sfruttamento dei braccianti agricoli provenienti dall'Est
Mondo del vino in subbuglio per quella che gli organi di stampa hanno ribattezzato "vendemmia della vergogna", in relazione allo sfruttamento dei braccianti agricoli provenienti dall'Est Europa. I produttori vitivinicoli astigiani non ci stanno a passare da "caporali" ed ecco che in accordo con Agrinsieme (il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane) e in collaborazione con la Prefettura si è deciso di regolamentare l'impiego dei lavoratori agricoli stranieri, in particolare nel periodo della vendemmia. «Abbiamo voluto impegnarci per lanciare un messaggio chiaro: i produttori astigiani non sono padroni senza cuore che sfruttano i propri sottoposti. Non nascondiamo che probabilmente ci sarà qualche mela marcia ma non è corretto generalizzare colpendo un'intera categoria che lavora onestamente» spiega Andrea Faccio, produttore vitivinicolo di Canelli e Presidente nazionale di Confagricoltura-Vino.
In un documento firmato dai presidenti provinciali di ciascuna associazione di categoria vengono così formulate alcune proposte. Innanzitutto si richiede la convocazione di una riunione nel mese di giugno per determinare l'entità della raccolta, i quantitativi di vendemmiatori necessari e la disponibilità di strutture ricettive pubbliche e private. Si propone l'istituzione di controlli obbligatori dei documenti di identità dei lavoratori stranieri da parte delle forze dell'ordine e di istituire presso le associazioni di categoria degli sportelli speciali dedicati a far incontrare le aziende con chi cerca lavoro. Tra le soluzioni volte all'accoglienza degli stagionali, quella di ricorrere a strutture alberghiere con costi convenzionati con le pubbliche amministrazioni o a edifici pubblici/privati non utilizzati. Si incoraggia la creazione di punti di raccolta e pre-selezione nei Paesi dai quali partono i lavoratori migranti. Si tratterebbe di punti raccolta dove gli stagionali vengono istruiti su nozioni di base di lingua italiana, nozioni di coltivazione e raccolta delle uve, compilazione di liste dei lavoratori che richiedono di lavorare per la vendemmia nell'Astigiano.
Inoltre, Agrinsieme suggerisce controlli ispettivi sulle cooperative che occupano chi operai agricoli e sui contratti stipulati così da evitare le cosiddette forme di "lavoro grigio", quella forma di sfruttamento nata dal mancato riconoscimento di parte delle ore lavorate. «A questo proposito suggeriamo alle aziende associate di confrontarsi con le associazioni di categoria per verificare che i contratti redatti dalle cooperative siano in regola» ha concluso Alessandro Durando, presidente provinciale della CIA.