Si è chiuso con una condanna il processo a carico di Vittorio Opessi e Antonino Marino, due impresari torinesi, accusati di aver gettato in una discarica abusiva un cittadino romeno, Mihail Istoc, deceduto in un infortunio su un cantiere di Venaria
Una pena un po’ meno severa di quella chiesta dalla pubblica accusa, ma si è chiuso con una condanna il processo a carico di Vittorio Opessi e Antonino Marino, i due impresari torinesi accusati di aver gettato in una discarica abusiva di Montafia un cittadino romeno, Mihail Istoc, deceduto in un infortunio su un cantiere di Venaria.
La pm Laura Deodato aveva chiesto una condanna a 10 anni e mezzo per Opessi e a 10 anni per Marino; il giudice Amerio ha inflitto al primo 7 anni e al secondo 6 anni e 2 mesi. Riconosciuto anche un risarcimento per le due parti civili: il fratello e la moglie della vittima alla quale, per ora, va una provvisionale di 20 mila euro.
Si è così concluso in primo grado un lungo e faticoso processo, nato in salita fin dall’identificazione della vittima. L’uomo, ritrovato a metà giugno del 2009 da alcuni cacciatori della zona in mezzo a mobili rotti ed immondizia, non è stato riconosciuto fino a tre anni dopo quando, grazie alla ricostruzione digitale del suo viso e all’incrocio con le denunce di scomparsa, si è arrivati al suo nome. Un confronto genetico con il sangue del fratello Ioan aveva poi dato la certezza della sua identità. Solo allora partirono le indagini che trovarono nella testimonianza di un connazionale che lavorava per i due impresa, la spinta verso la direzione processuale che ha portato alla condanna di oggi.
d.p.