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La magnolia, star dei giardini Liberty
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La magnolia, star dei giardini Liberty

Il genere “Magnolia” deve il suo nome a Pierre Magnol, direttore del giardino botanico di Montpelier che, per primo, l’ha introdotta in Europa, mentre la varietà, “grandiflora”, alle grandi

Il genere “Magnolia” deve il suo nome a Pierre Magnol, direttore del giardino botanico di Montpelier che, per primo, l’ha introdotta in Europa, mentre la varietà, “grandiflora”, alle grandi corolle, quasi 20 centimetri di diametro. Sbocciano da fine giugno e per tutta l’estate, sprigionando verso sera un intenso profumo di limone, segnale che l’estate è arrivata, e lasciando al loro posto l’infruttescenza squamosa, simile a una pigna, carica di semi aranciati, che è possibile seminare subito dopo averli raccolti, ma solo se si ha la pazienza di aspettare oltre un anno.

Arrivata in Europa nel Settecento, la Magnolia grandiflora raggiunge la sua massima popolarità agli inizi del secolo scorso quando “il giardino” dei villini liberty prevedeva, nelle due aiuole gemelle, ai lati del vialetto d’ingresso, un cedro del Libano e una Magnolia grandiflora, in barba allo spazio. Decisamente più contenuta di un cedro, la magnolia supera facilmente i 20 metri di altezza e la sua chioma si allarga fino a 7-8 metri. Da allora, la Magnolia grandiflora non è mai passata di moda, grazie al suo portamento, al piacevole contrasto tra le foglie, coriacee, lucide e verdi scuro nella pagina superiore, color ruggine in quella inferiore, e i petali bianco crema, e alla sua versatilità, elegante e campestre al tempo stesso. Mettila dove vuoi, in un piccolo cortile da sola, in un grande parco, in un giardino formale tra statue, zampilli e bossi in forma, in un giardino di campagna naturale e spettinato: a luglio guarderanno tutti lei.

La Magnolia grandiflora è un albero decisamente rustico: si adatta facilmente a quasi tutti i tipi di terreno, tollera bene il caldo estivo e le gelate invernali, sopportando temperature di -15/-20 C°. Per mantenere la caratteristica forma conica è sufficiente ricordarsi di scuotere i rami dalla neve e limitarsi a qualche sforbiciata a fine inverno. L’apparato radicale è piuttosto superficiale e se si desidera piantare qualche tappezzante sotto la sua chioma è bene farlo in contemporanea alla messa a dimora dell’albero che va effettuata in autunno o primavera. Va innaffiata nel primo anno dall’impianto e, in seguito, solo nei periodi particolarmente siccitosi. Si moltiplica per talea o margotta.

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