Le aquilegie rientrano tra le piante romantiche
Le aquilegie rientrano tra le piante romantiche. Perfette per ricreare le bordure fiorite in stile inglese, hanno il vantaggio di essere tenaci quanto basta per sopportare, con stoica eleganza e senza tentennamenti, gelate tardive, solleone e brevi periodi di siccità. Le aquilegie appartengono alla famiglia delle Ranuncoloceae e il genere comprende un centinaio di specie. Alcune, crescono allo stato spontaneo in boschi, prati e zone rocciose, soprattutto calcaree, fino a 2000 metri, tra queste l’Aquilegia vulgaris, diffusa in tutto il continente europeo. La facilità di coltivazione ha contribuito al successo di questa pianta, ma ancora di più i suoi fiori, così diversi da tutti gli altri che quando impari a riconoscerli non li scordi più.
Le corolle formate da cinque petali a cornetto si prolungano in speroni cavi e uncinati e ricorderebbero gli artigli di un’aquila, da cui il nome Aquilegia, e la conseguente credenza popolare che giudicava queste piante capaci di rendere la vista acuta come quella di un rapace. Secondo altri, il nome deriverebbe invece dal latino “aquilegium” (recipiente d’acqua) per le cavità degli speroni. I fiori, sorretti da steli lunghi e sottili si innalzano da cuscini di foglie frastagliate o tondeggianti, simili a quelle del trifoglio, decorativi anche al termine della fioritura e fino al tardo autunno, quando la pianta scompare sotto terra per rigermogliare la primavera successiva. Le aquilegie non hanno esigenze particolari: si coltivano in pieno sole o a mezz’ombra in terreni freschi e profondi e si annaffiano regolarmente nei mesi più caldi. Si moltiplicano per divisione dei cespi o per seme, in primavera o a fine estate, ma in questo caso, trattandosi di piante biennali, si dovrà aspettare due anni per la fioritura.
Si possono coltivare in vaso o in piena terra, insieme ad altre erbacee per un “mixed border” fiorito in pure stile inglese oppure su uno sfondo scuro di piante sempreverdi per esaltare i colori pastello dei fiori.