20mila spettatori, conti per la prima volta in pareggio, nessuna polemica. Il bilancio tracciato dagli organizzatori di Astimusica mostra solo note positive e racconta di una città che ritrova se
20mila spettatori, conti per la prima volta in pareggio, nessuna polemica. Il bilancio tracciato dagli organizzatori di Astimusica mostra solo note positive e racconta di una città che ritrova se stessa in una delle sue piazze più belle. «I cittadini si sono stretti attorno al festival e per la prima volta non abbiamo avuto strascichi polemici – ha detto ieri mattina lassessore alla Cultura, Massimo Cotto – Astimusica si conferma una rassegna che appartiene alla città e con questa formula potrà proseguire negli anni. Il bilancio è positivo e siamo riusciti ad avere ospiti di rilievo solo perché abbiamo deciso di rischiare, e senza Asp tutto questo non sarebbe stato possibile.» La municipalizzata si è cimentata nellorganizzazione dellevento su iniziativa del presidente Paolo Bagnadentro, quando lo scorso anno su Astimusica avevano iniziato ad addensarsi nere nuvole che ne minacciavano la sopravvivenza.
Ledizione numero 20 è stata una sorta di rinascita, distribuita su meno giorni – tra cui una serata cancellata e una rimandata – e con nomi di maggiore richiamo. LAd di Asp, Paolo Golzio, ha snocciolato i numeri del festival: piazza piena quasi tutte le sere, pienone per Umberto Tozzi (1750 persone), Carmen Consoli (950) e Mannarino (1550), ma soprattutto per il concerto di apertura di Paolo Conte, che ha registrato 2350 paganti. Unaltra astigiana ha chiuso il festival, Chiara Dello Iacovo, che nonostante la giovane età ha fatto il tutto esaurito sotto il campanile della Cattedrale. Raggiunto lequilibrio economico con 250mila euro di ricavi, provenienti da biglietti, sponsorizzazioni e contributi dal Comune. «Ho visto un pubblico eterogeneo – commenta Bagnadentro – e in particolare mi ha colpito la civiltà dei ragazzi venuti ad ascoltare i Folkstone, che dopo il concerto hanno ripulito la piazza dalle cartacce. E ha funzionato lesperienza degli apericena, che ha trattenuto la gente ben oltre la fine dei concerti. Questi applausi arrivano in un momento di crisi, anche sociale, del nostro paese.»
Una formula da ripetere? «Per lanno prossimo vedremo. Sicuramente è un esperimento riuscito, e i comuni fanno sempre più fatica a organizzare eventi che richiedono criteri imprenditoriali.» Bagnadentro, insomma, non si tira indietro di fronte alla suggestione di unAsp che si occupi stabilmente di manifestazioni. Lesperienza, per ora, lascia in eredità unattenzione mediatica più alta del solito – di Astimusica hanno parlato svariati quotidiani nazionali – e la citazione tra i cinque migliori festival musicali dItalia da parte del Meeting delle Etichette Indipendenti. Ad maiora.
Enrico Panirossi