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Cronaca
Operazione Malok

Asti, spacciava dalla finestra, arrestati i suoi fornitori all’ingrosso

L’anno scorso la sua attività di spaccio era stata fermata dalla Squadra Mobile di Asti. La Finanza ha fatto 24 arresti. Il capo usava un cellulare vecchio di 20 anni e comunicava solo attraverso SMS

Ad Asti, giusto un anno fa, fu la Squadra Mobile a portare a segno l’arresto di Isuf Hadaj, conosciuto con l’alias Ilirian, considerato uno dei maggiori spacciatori della piazza astigiana dopo aver raccolto il testimone del suo predecessore arrestato.

Ieri gli investigatori della Guardia di Finanza di Torino in collaborazione con il loro reparto speciale dello Scico hanno compiuto 24 arresti al termine di una indagine molto complessa che ha sgominato una grossa organizzazione di Torino che aveva una “filiale” ad Alessandria.

I torinesi possono essere considerati “fornitori all’ingrosso” ai quali si rivolgeva anche Hadaj che, era stato riscontrato nelle indagini, fosse uno spacciatore attivo giorno e notte, dando appuntamento ai suoi clienti anche sotto casa e consegnando le dosi direttamente dalle finestre di casa, visto che abitava al piano rialzato di un condominio di via Fratelli Rosselli.

Per tre volte, fra agosto e novembre del 2019, Hadaj è stato intercettato a Torino mentre incontrava Roland Hajdaraj, 69 anni, residente a Venaria Reale con numerosi precedenti per spaccio. Gli incontri avvenivano sempre in qualche bar del capoluogo, Haidaj era accompagnao da un amico soprannominato “Gogo” e, nel tempo di un caffè si concludeva la trattativa, tutti uscivano, arrivava il corriere incaricato di consegnare la merce ad un cenno del capo e l’astigiano riceveva il pacco che nascondeva in un sottofondo del sedile del passeggero per fare poi ritorno ad Asti.

Tanti erano i termini che venivano usati, nelle intercettazioni, per riferirsi alla droga senza nominarla direttamente: “grappa stanca” se era di qualità scadentie, “Nutella” se invece era super, “bottiglia di vino”, “cioccolata”.

Anche se, per evitare il più possibile di essere ascoltati, il capo Hajdaraj usava “per lavoro” solo telefoni di vecchia generazione che non avevano collegamenti internet e comunicava attraverso SMS.

L’Astigiano è stato scelto dall’organizzazione (che riforniva quasi totalmente anche uno dei centri di spaccio maggiori di Alessandria e proivncia) per incontri e trattative: in questo caso la piazzola che si trova subito all’uscita del casello autostradale di Villanova.

Un’organizzazione che funzionava come un orologio tanto che, in caso di arresto di corrieri o di intermediatori, ne subentravano subito altri, già “formati” per portare avanti il business. Per un certo periodo, gli investigatori della Finanza hanno anche documentato come uno dei corrieri più attivi, a seguito di un infortunio subito, per mantenere l’impegno delle consegne si presentava su un’auto guidata dalla moglie con i due figli piccoli a bordo.

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