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Soleggiato con clima molto mite nelle ore diurne
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Soleggiato con clima molto mite nelle ore diurne

Le previsioni del tempo per Asti e provincia dal 27 al 30 settembre

Evoluzione del quadro meteorologico europeo: 26 settembre – 2 ottobre

Un aumento della nuvolosità si noterà tra la notte ed il pomeriggio di martedì 27, tuttavia risulterà innocua sulle pianure piemontesi mentre potrà generare qualche piovasco o rovescio sulle zone pedemontane e alpine. Un netto miglioramento ce lo aspettiamo già dalle ore pomeridiane con un progressivo diradamento della nuvolosità: mercoledì e giovedì grazie all’estensione dell’Anticiclone delle Azzorre fino alle Alpi porterà condizioni di tempo stabile e soleggiate con temperature diurne decisamente miti che si spingeranno fino a punte locali di 28/29°C. Nuovo aumento della nuvolosità venerdì in contemporanea all’erosione dell’alta pressione prima, a causa dell’avvicinamento di una perturbazione dal Nord-Africa, poi per l’avvicinamento di una saccatura dal Nord-Atlantico, che non mancherà di portare piogge nel week-end sulle Alpi.

Previsioni per i prossimi giorni ad Asti e provincia

Martedì 27: molte nubi tra nottata e mattina quando i cieli rimarranno nuvolosi o molto nuvolosi, migliora dal pomeriggio con condizioni di tempo soleggiate fino a cieli sereni in serata; precipitazioni assenti. Estremi per Asti: +12°C/+24°C

Mercoledì 28: ben soleggiato con clima mite nelle ore diurne ed ampie escursioni termiche nelle campagne; precipitazioni assenti. Estremi per Asti: +11/+26°C

Giovedì 29: ben soleggiato e mite nelle ore pomeridiane. Estremi per Asti: +11/+26°C

Venerdì 30: cielo generalmente parzialmente nuvoloso, aumento della nuvolosità in giornata; precipitazioni assenti. Estremi per Asti: +10/+25°C

Per maggiori informazioni e previsioni più nel dettaglio vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti di queste ultime con cadenza giornaliera, le trovate cliccando qui.

Didattica meteo: il grafico hockey stick e l’aumento termico degli ultimi due secoli

Nei precedenti articoli abbiamo parlato del clima tra Settecento ed Ottocento accennando al fatto che Incisa scrivesse sul finire del periodo definito dai climatologi come Piccola Età Glaciale o PEG. E’ evidente infatti come dall’Ottocento le temperature abbiamo avuto un leggero ma costante aumento che ha avuto il suo apice dopo gli anni ‘80 ed continua tutt’ora. L’avvento del XXI secolo in particolare è stato caratterizzato da eventi di eccezionale entità per le temperature estreme registrate: primo fra tutti il caso dell’estate 2003, la più calda probabilmente da almeno 700 anni sull’Europa centro-meridionale, che ha fatto registrare valori di 40 gradi in Pianura Padana. Episodi caldi tuttavia sono sempre più frequenti anche in inverno: il 19 gennaio 2007 sul Piemonte Occidentale e sulla relativa pedemontana si toccarono temperature nell’ordine di 25/28°C (+29.4°C ai 580 m di Brossasco in Val Varaita), valori che superano la media del mese di gennaio di ben 20/25°C.


Andamento delle temperature medie annue a Torino dal 1753 al 2015. E’ evidente il netto aumento accorso negli ultimi trent’anni con il culmine avutosi negli anni recenti del 2007 e del 2015 che risultano i due più caldi della serie ultracentenaria

Questo aumento di temperatura può essere visualizzato su un grafico che tiene conto delle temperature dell’ultimo millennio definito “hockey stick”, viene così chiamato proprio perché l’andamento della linea termica ricorda la forma di una mazza da hockey. L’immagine che vi proponiamo di seguito mostra l’andamento della temperatura nell’emisfero settentrionale negli ultimi 1000 anni in riferimento alla media del 1961-90. Lo studio unisce sia la temperatura ricostruita tra il 1000 ed il 1980 (in blu), attraverso studi paleoclimatici, che quella misurata con strumenti tra il 1902 e il 1999 (in rosso). Risulta evidente la generale diminuzione delle temperature da inizio millennio fino intorno al 1850 (evidenziata dal tratteggio in viola) seguito da un netto aumento nell’ultimo secolo.

Alcuni climatologi tuttavia non sono concordi nell’attribuire questo aumento termico ai gas a effetto serra, ma lo vedono come un fenomeno naturale ritenendolo un processo ciclico proprio come l’aumento termico che si riscontra durante il Medioevo. Queste differenti visioni in ambito scientifico vengono definite “controversia dell’hockey stick”.

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