«Della molta tecnologia disponibile, il mondo agricolo deve saper cogliere ciò che le può essere davvero utile – ha rimarcato il docente Marco Tamagnone – Che il trattore abbia o meno l’accesso a Internet, un’applicazione può essere per esempio l’utilizzo dei sensori per tracciare mappe generali, a partire da cui inserire le proprie istruzioni».
La meccanizzazione totale in vendemmia è ancora limitata dalla conformazione stessa degli appezzamenti su cui si lavora. Ma anche nel momento in cui robot possano lavorare al posto dell’uomo, cosa sarebbe indispensabile? «Un pulsante di emergenza che proceda ugualmente, anche quando qualcosa non funziona. Se un lavoro nel campo va fatto in quel giorno specifico, non deve essere la macchina a farlo rinviare».
E se le api vengono spesso citate, in relazione alle buone condizioni dell’ambiente naturale, l’apicoltore Giuseppe Brezzo ne ha tracciato una breve storia: «Fu don Giacomo Angeleri a Torino a creare la prima scuola di apicoltura, a cui partecipò mio padre. Offrì il primo barlume della possibilità di farne una fonte di reddito». L’evoluzione, negli anni, ha visto la nascita delle associazioni apistiche in Piemonte: «Si occupano di formazione, proseguendo in modo ideale il sentiero tracciato da don Angeleri».