Toccante il ricordo che la signora Piera ha fatto delle zie, soffermandosi in particolar modo sulla figura di Paola: «Della zia Rita tutti sanno i grandi risultati che ha ottenuto da medico e ricercatrice – ha raccontato ai numerosi presenti riparati sotto gli ombrelli – Zia Paola, è stata messa un po’ in ombra proprio da questo grande successo di zia Rita, ma in realtà era lei quella famosa della famiglia, quando ancora la gemella non aveva idea di che strada avrebbe intrapreso. Paola Levi Montalcini era una pittrice molto apprezzata, che aveva frequentato Casorati e aveva elaborato molti stili diversi passando dall’espressionismo all’astrattismo, annoiata da chi si “specializzava” in un unico stile. Mi piacerebbe trovare il modo di esporre i suoi quadri, magari anche con l’aiuto di Ferrere, cosicché possano essere fruiti dal pubblico».
Piera Levi Montalcini ha ricordato anche come Ferrere sia stato il primo Comune in Italia a realizzare un monumento per il premio Nobel della medicina. «A zia Rita sarebbe piaciuto molto – ha aggiunto – Questa sua immagine collocata nell’angolo “dei Barbutun” non ha la pretesa della celebrazione “aulica”, ma esprime pienamente quell’elogio dell’imperfezione di cui la zia era profondamente convinta». Scoprendo la targa dell’intitolazione della piazza il sindaco Silvio Maria Tealdi ha spiegato l’esigenza di razionalizzare la toponomastica di Ferrere. «Abbiamo approfittato di questa occasione per celebrare due donne importanti che hanno radici nella nostra comunità».
Lo stretto legame con la famiglia Levi Montalcini dagli inizi del ‘900
Risale agli inizi del secolo scorso la frequentazione di Ferrere della famiglia Levi Montalcini, da quando lo zio “Manno” (Emanuele) acquistò la tenuta di Castelrosso. In quella villa tutta la famiglia passava il periodo delle feste ebraiche, nei mesi di settembre, e Rita e Paola vi trascorsero anche il tempo di inattività forzata dovuta alle leggi razziali. Il fratello di Rita e Paola, Gino, architetto e padre di Piera progettò la scuola di Ferrere facendo abbattere un’ala del castello. La scuola, ora a lui intitolata, è perfettamente agibile e adeguata alle esigenze della moderna didattica.