Ci sono dei tratti di strada maledetti e quello fra la salita da Piea e la discesa ai piedi di Cortanze è tristemente uno di quelli.
La cronaca conosce bene quei 3 chilometri di asfalto astigiano che ciclicamente provocano dei morti. Senza contare i feriti e le fuoriuscite di strada neppure segnalate ai giornali.
Solo una settimana fa, su queste stesse pagine, si riportava la morte del motociclista Andrea Danusso, appena 18enne, di Priocca, che con la sua moto è finito contro il guard rail impattando violentemente il torace.
Ma non bisogna andare molto indietro nel tempo per avere altri riscontri della pericolosità di quella strada. A settembre a perdere la vita era stato Christian Chemello, 48 anni, di Ivrea. L’incidente mentre stava rientrando verso casa, insieme ad altri amici, due curve più sotto a dove ha perso la vita Andrea.
Nell’ottobre del 2020 lo scontro mortale fra l’auto di Gianluca Ravina e un camion che non ha lasciato scampo all’operaio residente a Montechiaro.
Andando indietro ancora di qualche anno, si arriva ad un altro incidente drammatico, quello in cui persero la vita Giovanni Boggio e Mariuccia Clara, marito e moglie di Caluso morti bruciati sulla Punto finita contro la scarpata all’uscita di una curva e poi andata a fuoco.
«Per i cittadini di Cortanze quel tratto su cui si affacciano case e attività è un punto dolentissimo – spiega Marco Gattiglia, sindaco (nella photogallery)- quando sono stato eletto nel 2021 la prima cosa che mi hanno chiesto era di interessarmi per rendere più sicuri quei 3 chilometri che attraversano la parte bassa del paese. Abbiamo scritto al Prefetto di allora, abbiamo reiterato la richiesta con una raccolta firme ma finora la nostra richiesta di autovelox o dissuasori che rallentino la velocità non è stata soddisfatta».
Perchè al conto degli incidenti mortali sfugge quello di quelli che solo per un caso non lo sono stati. Come la fuoriuscita di un’auto che ha sfondato la siepe di un giardino ed è finita contro un’aiuola. Per fortuna in quel momento nessuno della casa era fuori.
«In quel tratto di strada si affaccia anche il bar pizzeria e il centro sportivo comunale polifunzionale – spiega Gattiglia – Come Comune avevamo pensato di applicare tariffe agevolate ai bambini e ai ragazzi del paese perchè usufruissero dell’impianto, ma i genitori mi hanno detto che tanto non li avrebbero mandati perchè è troppo pericoloso arrivarci e troppo pericoloso attraversare la strada per andare al bar».
Curve consecutive con limitata visibilità in notevole dislivello, fermata dell’autobus, elevato traffico di moto e auto soprattutto nei fine settimane e l’intenso traffico pendolare e pesante di tutti i giorni rendono ogni uscita dal cortile di casa un terno al lotto per chi abita su quella provinciale. Senza contare il rischio per chi la percorre.