Nutrita, come sempre, la partecipazione al concorso curato da Agrimiele Piemonte e dalle commissioni tecniche supervisionate da Floriana Carbellano. Il momento della premiazione dei migliori campioni – esposti anche a Casa Carolina in libera degustazione – è il momento per tirare le somme sulla salute del settore nel territorio regionale.
A riassumere l’andamento della produzione e delle sue criticità ci ha pensato il presidente dell’associazione dei produttori, Rodolfo Floreano:
«E’ ormai noto a tutti che la produzione del miele è in sofferenza da alcuni anni – ha detto Floreano – le api selvatiche sono state decimate dalla pratica dell’agricoltura intensiva e dall’uso di pesticidi. Sopravvivono le api che i produttori riescono ad allevare con testardaggine e tenacia, ma è chiaro che se il settore non verrà aiutato da interventi a sostegno delle aziende, molte cesseranno l’attività. Mi rivolgo soprattutto alla Regione. Abbiamo bisogno di una legge alla stregua di quella già attuata dal Friuli Venezia-Giulia che ha varato un sostegno economico per ogni alveare. Senza api, non solo manca il miele, ma cessa la vita sul nostro pianeta».
Il segnale del cambiamento di abitudini nella produzione è lampante anche dai premi assegnati. Quest’anno un solo produttore ha partecipato con il miele di acacia, segno evidente della difficoltà di ottenere uno dei prodotti simbolo della filiera.