Volere una città più inclusiva vuol dire eliminare i principali ostacoli, in questo caso le barriere architettoniche che rallentano, quando non impediscono, la fruibilità degli spazi pubblici. È con l’obiettivo di creare una “road map” per togliere questi intralci che il Consiglio comunale ha di recente adottato il P.e.b.a, Piano di eliminazione delle barriere architettoniche.
Un documento, votato all’unanimità, il cui studio è stato finanziato con un bando da 15.000 euro. Il P.e.b.a è a disposizione di chiunque perché vuole essere un faro guida in tutti gli interventi futuri che andranno a modificare strade, piazze, incroci, attraversamenti pedonali, marciapiedi lungo i tragitti inseriti nel perimetro urbano interessato.
Va subito detto che il P.e.b.a si concentra in quello che può essere definito il centro allargato, dove sono stati mappati 125 edifici pubblici o di interesse pubblico. Si tratta di immobili nei quali gli utenti si recano per obbligo, necessità, oppure per ragioni temporanee connesse alla vita privata.
Le cinque tipologie di edifici
Sono cinque, ognuna con un colore diverso, le tipologie di aree interessate dallo studio di percorsi specifici, privi di barriere architettoniche, che dovranno essere fruibili da chiunque: istituti per l’istruzione (blu), uffici e servizi pubblici (verde), luoghi di culto (viola), edifici per la sanità pubblica (rosso) e musei e palazzi (ocra).
Ogni luogo rientra in una specifica vocazione ed è rappresentato da un colore e da un percorso di collegamento sulla pubblica via che dovrà essere del tutto privo di barriere architettoniche. Infatti il P.e.b.a non nasce per abbattere le barriere architettoniche dentro gli edifici pubblici, dal momento che esistono già delle leggi specifiche che ne prevedono la rimozione, il divieto di costruzione e l’adeguamento degli accessi per le persone in carrozzina. Il P.e.b.a si concentra all’esterno e, proprio per questo, nell’obiettivo di interconnettere gli edifici di maggiore rilevanza tiene conto di alcuni punti di interesse strategici nella mobilità quotidiana.
Nell’identificare i percorsi urbani dove, in seconda battuta, si andranno a eliminare, un po’ per volta, le eventuali barriere architettoniche si è deciso di tenere conto dei punti di interscambio presenti intorno al centro storico (stazione ferroviaria, parcheggi, etc.) con le principali direttrici del commercio, dei servizi e del turismo: percorso studio, per servizi e uffici, museale, per luoghi di culto e per la sanità pubblica. Nello sviluppo dei percorsi sono stati identificati, inoltre, altri punti nodali come le fermate degli autobus e i parcheggi pubblici.
La rete di collegamento “senza ostacoli”
Alla fine si è creata una mappatura generale che è al servizio non solo degli uffici, ma anche di privati che dovessero intervenire lungo i percorsi indicati dove, approfittando di interventi anche in capo a soggetti non pubblici, si posizioneranno tutte le tessere del puzzle per arrivare alla realizzazione dell’intero disegno: una buona parte della città priva di ogni barriera architettonica.
L’importanza del progetto non è solo quella di garantire una mobilità a soggetti portatori di handicap o disabili in carrozzina perché anche le mamme con passeggini, persone reduci da particolari interventi chirurgici e chi si trova in una condizione temporanea di difficoltà motoria avrà vita più facile nel raggiungere i luoghi di interesse mappati nel P.e.b.a.
Il Piano ha già previsto delle priorità per gli interventi (alta, media e bassa) differenziando quelli sulle barriere architettoniche e quelli dove la segnaletica è mancante o degradata. In primis è stato fatto uno studio specifico per le scuole primarie e dell’infanzia dov’è minore l’autonomia di spostamento degli utenti e dove il Comune si è dato un’urgenza nell’abbattere le barriere lungo i percorsi di collegamento.
L’assessore all’Urbanistica: «Abbiamo uno strumento fondamentale per programmare gli interventi necessari»
«Il P.e.b.a è un importante progetto di pianificazione che ci ha permesso di studiare la città com’è oggi, con tutte le sue criticità, identificando le azioni e i luoghi dove sono presenti le barriere architettoniche che devono essere eliminate». Così l’assessore all’Urbanistica, Monica Amasio, spiega il motivo per cui il Comune ha deciso di avviare un progetto che, per sua natura, non sarà granitico, ma fluido e da aggiornare per essere sempre adeguato a fornire i dettagli di tutti gli interventi utili al suo scopo.
«Ci siamo concentrati sulla zona urbana, lasciando in questo momento da parte le periferie e le frazioni – aggiunge Amasio – Identificando i luoghi di interesse e i percorsi per raggiungerli siamo partiti dal presupposto che si rivolge a persone le quali, non avendo la piena mobilità, si spostano con i mezzi. Abbiamo individuato le fermate dei bus e i parcheggi più vicini da ogni luogo mappato e da lì si è creato il percorso. Ci sono quelli più critici e meno critici, ma avendo una lista di tutte queste problematiche possiamo adottare le soluzioni migliori per eliminarle».
Il P.e.b.a è il primo importante lavoro di mappatura generale delle barriere architettoniche in città. Ad oggi non c’è ancora un preciso cronoprogramma per definire tempistiche e costi al fine di attuare tutti i lavori necessari, ma è un punto di partenza indispensabile per arrivare all’obiettivo di rendere la città più fruibile per tutti.