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Cycas, un fossile vivente da mettere in veranda
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Cycas, un fossile vivente da mettere in veranda

Gli essere viventi si evolvono per sopravvivere. È la legge della natura, ma non vale per tutti. Non per le Cycas, apparse sulla Terra prima dei dinosauri e arrivate fino a noi, milioni di anni dopo,

Gli essere viventi si evolvono per sopravvivere. È la legge della natura, ma non vale per tutti. Non per le Cycas, apparse sulla Terra prima dei dinosauri e arrivate fino a noi, milioni di anni dopo, esattamente come apparivano allora. Un tronco a “scaglie” da cui si diramano grandi foglie pennate, coriacee e sempreverdi simili alle palme sono in realtà un inganno: la Cycas è una pianta molto più antica e i suoi parenti più prossimi in natura sono le conifere. Fossili di Cycas sono stati fatti risalire al Triassico superiore (250 milioni di anni fa) e al Crataceo (dai 66 ai 140 milioni di anni fa) quando ebbero un grande sviluppo per poi ridursi gradatamente nel Terziario. Non a caso la Cycas è la pianta dell’immortalità.

Considerata dai botanici un “fossile vivente”, è una preziosa materia di studio per la paleobotanica che, combinando la sua osservazione allo studio di fossili di piante ormai estinte, ha potuto ricostruire in parte la flora preistorica. Esistono un centinaio di specie differenti di Cycas originarie dell’Asia tropicale, dell’Africa orientale, della Polinesia e dell’Australia. La più diffusa nei giardini mediterranei italiani è la Cycas revoluta, specie che alle nostre latitudini può essere facilmente coltivata in vaso e riparata in casa o in una veranda luminosa, dove la temperatura non scende al di sotto dello zero termico.

Tutte le Cycas crescono molto lentamente: ogni anno, dalla parte più interna del ciuffo di foglie, ricacciano nuovi germogli mentre quelle più vecchie si staccano lasciando spazio al tronco che arriva a raggiungere i tre metri di altezza se coltivate in piena terra, il metro e mezzo se tenute in vaso. Le Cycas vogliono molta luce, patiscono le correnti d’aria e non tollerano i ristagni idrici: vanno annaffiate solo quando il terreno è completamente asciutto, evitando di lasciare dell’acqua nel sottovaso, e rinvasate ogni 3-4 anni in un vaso appena più grande del precedente aggiungendo dei frammenti di coccio sul fondo per facilitare il drenaggio.

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