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Sanità e sindacati

Asti e il contratto degli infermieri: scontro a distanza fra sindacati

NurSind interviene sulla mancata firma del nuovo contratto da parte di Nursing Up, Cgil e Uil. Nursing Up dichiara che la firma di un contratto non deve essere una “resa” e vuole garanzie sulla nuova figura dell’assistenze infermiere.

E’ scontro a distanza fra i due sindacati di infermieri NurSind e Nursing Up sulla mancata firma del contratto sanità.
Mercoledì scorso, per tutto il giorno, il NurSind ha allestito sulla piazza interna dell’ospedale un gazebo per spiegare la sua profonda contrarietà al mancato rinnovo con volantini molto chiari in cui ha evidenziato che, mentre nel 2021 il contratto era stato firmato da tutti i sindacati, l’ultimo è stato firmato da Nursind, Cisl e Fials e non da Nursing Up, Uil e Cgil.
Il dato più importante è sicuramente l’aumento contrattuale lordo di 150 euro ma, dicono al NurSind, c’era anche molto altro in quel contratto.
A partire dall’equiparazione economica delle ostetriche agli infermieri, esonerabilità dal lavoro notturno, il saldo degli arretrati, la possibilità di fruire le ferie ad ore, pagamento delle indennità di Pronto Soccorso di oltre 250 euro al mese, accesso all’elevata qualificazione anche con la laurea triennale, tanto per citarne alcuni. E, non ultimo, in caso di aggressione agli operatori sanitari, l’obbligo di supporto psicologico e il pagamento delle spese legali a carico dell’Asl.
«E’ mancato pochissimo per arrivare alla maggioranza necessaria per firmare il contratto – dice Gabriele Montana, segretario NurSind – e proprio non comprendiamo perchè alcuni sindacati si siano tirati indietro. Era un buon contratto in tema di aumenti e, soprattutto, un buon punto di partenza per la contrattazione a quello successivo. Così ora restiamo fermi ai livelli salariali del 2022 quando, peraltro, per un aumento inferiore avevano firmato tutti. Ora dovranno spiegarlo ai tanti operatori sanitari che attendevano questo contratto».
Tirato direttamente in causa, il Nursing Up replica alla mancata firma e, a distanza di una settimana, allestisce il suo gazebo che da stamattina campeggia nella piazza interna dell’ospedale.
«Non danneggiamo gli infermieri e i professionisti sanitari, ma li difendiamo – afferma Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte – Talvolta dire no significa opporsi a condizioni che non riconoscono il valore della nostra professione. Il tema non è l’introduzione di nuove figure, ma la valorizzazione di chi già opera con competenza nel sistema sanitario».
Infatti, per il Nursing Up, la criticità di questo rinnovo sta nell’introduzione della figura dell’assistente infermiere che mina le competenze degli operatori già in servizio e il sistema di avanzamento di carriere esclude i professionisti sanitari ad accedere all’area di elevata qualificazione. Quella dell’assistente infermiere è una figura che il Nursing Up chiede venga introdotta solo se perfettamente regolamentata e formata da infermieri professionali. Figura che, sottolineano i sindacalisti, non ha ragione di essere in un ospedale pubblico mentre andrebbe a ricoprire molte delle attuali mansioni di infermiere professionale nelle case di riposo. Ancora una volta, dunque, dicono, a beneficio della sanità privata piuttosto che di quella pubblica.
«La firma di un contratto non può essere un atto di resa» rincara Enrico Mirisola, Nursing Up di Asti, ricordando che domani ripartirà la contrattazione per il rinnovo e aggiungendo che il mancato via libera alla bozza attuale non comporterà alcuna perdita economica per gli infermieri del Pronto Soccorso.

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