Da soli non potrebbero mai avere le forze per partecipare all'Expo di Milano, ma grazie a Don Bosco potranno avere la loro vetrina all'appuntamento mondiale dedicato al cibo e al nutrimento
Da soli non potrebbero mai avere le forze per partecipare all'Expo di Milano, ma grazie a Don Bosco potranno avere la loro vetrina all'appuntamento mondiale dedicato al cibo e al nutrimento del pianeta.
Parliamo di piccole aziende agricole astigiane, dalle dimensioni neppure lontanamente paragonabili a quelle pochissime che possono permettersi una comparsata a Milano ma che invece saranno all'Expo ospiti di Casa Don Bosco.
Casa Don Bosco è infatti un padiglione dedicato alla Famiglia Salesiana nel mondo, voluta dal Rettor Maggiore per testimoniare il sistema educativo promosso dal Santo castelnovese facendo scorrere, durante i mesi di apertura dell'Expo, le storie e le persone che lo mettono in pratica e che ne ricevono beneficio: educatori, animatori, ex allievi, ragazzi, insegnanti. Nell'articolata formazione di Don Bosco, la terra e la sua coltivazione ha avuto un ruolo fondamentale, tenendo conto che era figlio di contadini e che ha vissuto sulle sue poverissime colline fino agli studi in seminario. La presenza di aziende agricole che oggi lavorano quella stessa terra, su quelle stesse colline è un importante segno di continuità fra generazioni di uomini e donne che credono nell'importanza di nutrire il pianeta, tema dell'Expo di Milano.
Ma non solo. Le aziende ospitate a Casa Don Bosco saranno quelle che hanno dimostrato, negli anni, di aderire all'intero pensiero educativo del Santo, aggiungendo alla sapienza della coltivazione, il senso di altruismo, di solidarietà e di aiuto verso chi è meno fortunato. Portare i piccoli agricoltori a Casa Don Bosco significa ricordare a tutti da dove arriva il cibo che si porta sulle tavole del mondo. «Ma è anche un messaggio ai giovani – spiega don Egidio Deiana, Rettore della Basilica del Colle e coordinatore delle iniziative per il bicentenario – perchè possano trovare nella coltivazione della terra un futuro e un lavoro che li metta al riparo dai disastri della crisi economica».
Per ora don Deiana ha contattato una decina di aziende agricole fra il castelnovese, il Monferrato e anche la zona di Nizza, ma le "candidature" sono aperte. «Va sottolineato che non si tratta di una partecipazione "commerciale" – dice don Deiana – ma viene offerta la possibilità di offrire qualche degustazione e di raccontare la vita in azienda».
Daniela Peira