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Moncucco Torinese: ristorante e b&b nel castello? I dubbi in consiglio comunale

Perplessità sull’idea di dedicare una manica dell’imponente struttura ad attività ricettive
Desta perplessità l’idea di destinare una manica dell’imponente castello di Moncucco Torinese ad attività ricettiva, creando un ristorante e un bed and breakfast. Del progetto, che ha ottenuto un finanziamento di 850 mila euro dalla Regione, su fondi europei, si è ampiamente dibattuto nell’ultimo Consiglio comunale, quando il sindaco Daniele Bargetto ha risposto a un’interrogazione dei consiglieri di minoranza della lista “Moncucco nel cuore”. Memore delle tristi vicende dell’ex istituto salesiano di Castelnuovo Don Bosco, trasformato con fondi pubblici in hotel in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 e da allora in totale stato di abbandono (non avendo trovato, nonostante i diversi bandi, un gestore), la minoranza teme che i locali del castello ristrutturati a fini ricettivi possano seguire la stessa sorte, non essendoci in zona grossi flussi turistici.

Secondo il capogruppo Marco De Grandis, decisioni di tale rilevanza, che vincolerebbero i locali dello storico edificio per dieci anni, avrebbero richiesto un’analisi più approfondita, elaborando un business plan e valutando anche altre destinazioni, quali la sede di una scuola secondaria superiore o una facoltà universitaria legata al territorio (sull’esempio di Scienze del Gusto a Pollenzo). Il sindaco ha ribattuto che la minoranza aveva espresso voto favorevole alle precedenti delibere, propedeutiche all’ottenimento dell’ingente contributo; ha inoltre sottolineato che fin dal proprio insediamento ha avviato iniziative per potenziare il turismo e che il Comune si è recentemente aggiudicato, assieme all’associazione Camminare lentamente, un bando per valorizzare i percorsi naturali legati al gesso, al quale è dedicato il museo allestito all’interno del Castello, meta ogni anno di numerosi visitatori.

Il maniero è attestato la prima volta in un diploma dell’imperatore Federico I del 5 ottobre 1164, che conferma il possedimento al marchese del Monferrato. Signori del luogo fra XII e XIV secolo furono gli Avvocati del Vescovo di Torino, che si occupavano di proteggere gli interessi vescovili in campo civile. Nel castello nacquero nel Duecento due cavalieri templari, i fratelli Nicolao e Iacopo. Nel corso dei secoli, attraverso complesse vicende, subentrarono nella proprietà del castello diverse famiglie nobiliari (Solaro di Chieri, Grisella di Casale Monferrato, Scarampi di Monale, Carron di San Tommaso di Avigliana, Melano di Portula), fino a quando, nel 1855, venne acquistato all’amministrazione comunale.

Oggetto di ampliamenti e modifiche fra XVIII e XIX secolo, l’edificio è circondato da solide mura; una torre di notevoli dimensioni sporge da uno dei lati, mentre un’altra è posta al centro a raccordare le due maniche. Nel 2006 sono stati effettuati rilevanti lavori di restauro e oggi, oltre al museo sulla storia del gesso, dispone di sale per mostre temporanee, un salone multimediale per conferenze e concerti, una sala per la celebrazione di matrimoni civili.

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