Lo scellerato taglio dei platani in corso Savona, per di più avvenuto di notte e con l’impiego di polizia municipale e vigili del fuoco, appare come un esemplare episodio di strumentalizzazione del «pubblico» per fini che pubblici non sono, oltre che un lampante caso di disprezzo per l’ambiente offerto dalla attuale giunta.
Tale scempio, la cui necessità pare non sia stata giustificata in modo convincente da parte della Amministrazione comunale ed è quindi chiaramente sospetta, non fa che confermare una volta di più la povertà culturale e la totale assenza di sensibilità civico-ecologica di chi la città “governa”; di questo, emblematico è l’esempio del sindaco Rasero che senza il minimo senso del ridicolo né la percezione del grottesco si è fatto fotografare accanto a un albero tagliato dicendo di stare tutelando la sicurezza dei cittadini.
È deprimente vedere come questi signori, eletti sulla base di suadenti promesse per avere cura della città e migliorarne la qualità di vita, si dimostrino poi alla prova dei fatti del tutto insensibili non diciamo alla bellezza della natura ma soprattutto, in un contesto altamente inquinato come quello astigiano, alla importanza che gli alberi hanno nella vita e per la salute delle persone. Cosa che una politica non improntata a bassa demagogia e non tesa soprattutto a evitare la assunzione di rischi e responsabilità (gli “onori”, ma non gli oneri!) dovrebbe, in nome di un progetto collettivo che va ben al di là della ricerca di consenso e della febbre di riconferma della poltrona, sapere e voler rispettare; così assumendosi l’impegno di aver cura degli alberi, al tempo stesso stabilendo un piano per piantarne sempre di nuovi, anziché sprecare denaro pubblico in iniziative da “panem et circenses” come la grande ruota “natalizia” su modello del Prater di Vienna.
Nel grande parco della Abbazia di Melk in Austria un lungo sentiero fra tigli secolari è interrotto da un cartello in tre lingue, tra cui l’italiano, che vieta l’accesso dicendo: «Siccome i tigli hanno 250 anni e a causa della loro età avanzata sono a rischio di rompersi, confidiamo nella vostra comprensione per questo passaggio chiuso». Ma sotto questo aspetto l’Austria non è certo l’Italia e ancor meno Asti, dove si è infatti riusciti, attraverso una gestione ambientale inesistente, una assurdo-“perversa” organizzazione della viabilità, una incuria percepibile, tanto per fare un esempio, nei passaggi pedonali spesso ben poco visibili (altro che sicurezza!) a rendere disagevole la vita dei cittadini, specie quando devono muoversi con mezzi privati, facendo calare su quella che era una gradevole e vivibile cittadina una desolante aria di abbandono.
Giorgio Origlia