Uno spettacolo del cuore. Non può essere definito in altro modo quello che è andato in scena ieri sera al Teatro Alfieri sotto il titolo “Tutti insieme per Edo”. Edo (nome per esteso Edoardo Civitate) è un ragazzo morto tragicamente in un incidente in moto undici anni fa sulla strada per Castell’Alfero, alle porte di Asti. I suoi genitori Roberta e Raffaele insieme al resto della famiglia e agli amici, hanno fondato l’associazione omonima per portare avanti progetti che siano di sostegno ai ragazzi che hanno l’età di quella di Edo il giorno dell’incidente.
Fra questi, il più importante è la borsa di studio annuale agli studenti meritevoli dell’Artom, scuola da lui frequentata.
L’evento più atteso, ogni anno, è lo spettacolo comico che porta sul palco i volti noti delle seguitissime trasmissioni televisive, che ogni anno accettano l’invito e fanno la loro grande parte nella raccolta solidale per l’associazione.
Chiamati a raccolta e diretti dall’astigiano Fabrizio Brignolo, comico e amico della famiglia Civitate, si sono esibiti il mago Marco Berry, in un gioco che ha coinvolto ogni singola persona presente in platea in possesso di un telefono cellulare; Gianluca Impastato con la sua inconfondibile voce non proprio tenorile; lo straordinario Simone Barbato che ha fatto dell’arte del mimo una forma di espressione estremamente contemporanea con l’interpretazione di oggetti, fra le risate generali; Corinna Grandi, unica donna, dissacratrice e profondamente autoironica. Un momento particolarmente toccante è stato quello dell’esibizione di Fabrizio Fontana, il Capitan Ventosa di Striscia la Notizia e l’inventore del tormentone “Le so tutte…” tanto per capirci. Ha dato una lezione di vita scoprendo un po’ la sua storia personale e presentando l’artista più giovane che si è esibito sul palco ieri: Filippo. Un ragazzino di 13 anni che ha rapito il cuore di tutti con la sua bravura, i suoi tempi comici, il suo consiglio (di assoluto buonsenso) di istituire una scuola per genitori e quel pianto finale, vero e sincero, quando ha parlato di bullismo. Sotto quella cascata di riccioli che ha mostrato a tutto un teatro i danni che può provocare questa piaga dilagante, le lacrime hanno svelato che Filippo altro non è che il figlio di Fabrizio Fontana.
A chiudere la serata aperta con un balletto dedicato ad Edo e condotta da due “giganti” come Paolo Ruffini e Barbara Clara Pereira, sono state le note di Marco Mugavero, in arte VIMA, cantautore che ha portato la magia della sua musica e del suo testo.
Per tutta la sera, sul fondale del palco, tre gigantografie di Edo hanno suggerito il sorriso a tutti.
«Perdere un figlio è indicibile – ha detto Raffaele, il padre di Edo- Vorresti morire con lui, ti aspetta un periodo di sofferenza insostenibile. Ognuno lo affronta a modo suo, come può e come sa, in attesa di quello spiraglio di luce che ti fa pensare che non può finire tutto con un incidente o una malattia e lì sale una incredibile voglia di celebrare la vita. Chi sopravvive ha questo dovere preciso: celebrare la vita ogni giorno. Noi, con queste due ore di allegria, abbiamo inteso fare proprio questo».
(Photogallery Ago)