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Asti, con l’Accordo Territoriale affitti sostenibili e benefici per i proprietari di casa

Il protocollo, siglato tra i rappresentanti dei locatori e degli inquilini, vuole sostenere il mercato immobiliare dando garanzie a entrambe le parti

Un importante passo per una maggiore regolamentazione delle locazioni, in questo caso solo sul territorio del comune di Asti, è stato compiuto con la presentazione delle modifiche e integrazioni all’Accordo Territoriale per i contratti di affitto. L’accordo, che si basa sulla Legge 431 del 1998 e sulle trattative vincolanti del 2017, aggiorna la versione principale del 2019. Il documento è stato sottoscritto da diverse associazioni di proprietari immobiliari e sindacati degli inquilini, insieme al Comune, dimostrando una collaborazione costruttiva tra soggetti che, teoricamente, potrebbero avere posizioni contrapposte.

Le associazioni firmatarie che rappresentano i proprietari includono Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare), Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari), Appc (Associazione piccoli proprietari case), Confabitare, e Appe (Associazione provinciale della proprietà edilizia). Sul fronte degli inquilini, i sindacati che hanno sottoscritto l’intesa sono il Sunia (Sindacato nazionale unitario inquilini ed assegnatari), Uniat (Unione nazionale inquilini ambiente e territorio), e Sicet (Sindacato inquilini casa e territorio).

L’obiettivo principale di questo accordo è promuovere le locazioni, offrendo benefici fiscali ai proprietari in cambio di contratti non liberi, ma vincolati in diversi punti. L’accordo si applica specificamente ai contratti 3+2 concordati, ai transitori da 1 a 18 mesi e a quelli per studenti universitari. Dall’accordo è escluso l’uso non abitativo, come negozi o botteghe artigianali, e lo stesso non riguarda le locazioni brevi o per esigenze turistiche. Le parti più importanti previste dall’accordo includono, ad esempio, la determinazione del canone vincolato. Il canone di locazione non è lasciato alla libera trattativa, ma deve rientrare in una fascia massima e minima stabilita dall’accordo. Le associazioni dei proprietari e dei sindacati degli inquilini (questi ultimi a tutela del conduttore) hanno lavorato insieme per garantire un canone equo per il proprietario, ma senza eccessi speculativi.

Questo meccanismo funziona molto bene ad Asti, dove circa il 95% dei contratti di locazione abitativa sono di tipo concordato. L’adesione all’accordo consente ai proprietari di accedere alla cedolare secca agevolata al 10%; inoltre, il Comune prevede riduzioni sull’Imu per chi utilizza queste genere di contratti. I vantaggi fiscali, infatti, sono considerati una compensazione per l’applicazione di un canone più contenuto. L’accordo, infine, introduce anche la possibilità di un ulteriore beneficio per il proprietario che rinuncia al recesso anticipato di 6 mesi o al deposito cauzionale.

Anche se il protocollo siglato facilita l’accesso a locazioni con canoni più bassi rispetto al mercato libero, il problema della sostenibilità per le fasce a reddito molto basso rimane, come evidenziato durante la presentazione del documento alla presenza dei rappresentanti delle sigle coinvolte e del sindaco Maurizio Rasero che ha ringraziato tutti per l’importante lavoro svolto. La presenza dei sindacati, poi, garantisce la tutela degli interessi del conduttore tenuto conto anche delle crescenti difficoltà economiche che molti lavoratori hano non solo a pagare gli affitti (rischiando di precipitare nelle fasce a rischio di povertà o nelle liste di attesa per una casa popolare), ma anche le spese condominiali che rappresentano un ulteriore aggravio, specie per i costi di riscaldamento.

Durante la presentazione si è anche ipotizzato di valutare l’estensione di analoghi accordi al settore commerciale per incentivare l’affitto dei locali sfitti. Certo non mancano, poi, difficoltà nel repererire dati certi sugli alloggi sfitti o abbandonati per una più verosimile mappatura del patrimonio immobiliare non utilizzato. Sempre dai sottoscrittori dell’accordo è stata evidenziata la mancanza di edilizia sociale e il taglio dei fondi nazionali di sostegno all’affitto e alla morosità incolpevole, problemi che gli accordi territoriali da soli non possono risolvere.

L’Accordo Territoriale di Asti si conferma, però, uno strumento fondamentale per equilibrare il mercato delle locazioni residenziali nel comune, sebbene le sfide legate alla carenza di alloggi sociali, alle garanzie per i proprietari e al sostegno economico per gli inquilini in difficoltà richiedano interventi più ampi a livello sociale e nazionale che gli stessi proponenti auspicano per rimettere in moto un mercato in sofferenza, prestando sempre attenzione alle peculiarità dei singoli territori con le loro esigenze di mercato e il potenziale economico degli stessi conduttori.

[nella foto la presentazione dell’Accordo Territoriale]

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