Da qualche giorno, calcolati i tempi delle scadenze, Andrea Ferretto consultava più volte al giorno l’App dell’Aci per verificare se poteva ancora usare auto e scooter in tranquillità. Perchè lui il fermo amministrativo se lo aspettava. Eccome.
E questa mattina l’amaro risveglio, con la conferma di entrambi i mezzi di spostamento sottoposti al fermo, un provvedimento amministrativo che non gli consente di poterli utilizzare ma lo obbliga a lasciarli in garage.
«Ma io devo andare a lavorare, faccio il turno di guardia in un supermercato a venti chilometri da casa, come faccio? – dice affranto – Li userò lo stesso, almeno nei primi giorni in attesa di trovare un’alternativa. Andrò a lavorare con la paura di essere fermato e di vedermi il mezzo sequestrato. Ma non ho alternative, non posso perdere anche il lavoro».
Andrea Ferretto è l’uomo finito alla ribalta delle cronache nazionali per la maxi multa da 28 mila euro notificatagli e diventata definitiva qualche settimana fa per una serie di sanzioni prese nel 2021 all’autovelox di Bazzana di Mombaruzzo. Per la precisione, non sapendo che lì vi fosse sistemato un velox, ne prese due al giorno, una all’andata e una al ritorno dalla sede di lavoro di allora, a Tortona. Tante multe che gli erano state notificate ma che lui, un po’ per ragioni di lavoro, un po’ per scomodità ad andare a ritirare le raccomandate, un po’ per leggerezza, non era riuscito a ritirarle tutte. E l’amministrazione provinciale (il velox è installato su un tratto di strada gestito dalla Provincia di Asti) ha fatto il suo corso fino al conto finale di poco più di 28 mila euro.
L’uomo, 40 anni, lo ha detto fin dall’inizio di essere stato in difetto nel non seguire bene la cosa perchè all’epoca avrebbe avuto la possibilità di fare ricorso al Giudice di Pace e di vedersi annullate le multe visto che l’apparecchiatura usata per rilevare l’infrazione è una delle migliaia installate sulle strade italiane prive di omologazione a dispetto di quanto previsto dal Codice della Strada. Ma, scaduti tutti i termini di ricorso, anche questa possibilità è sfumata e all’addetto alla sicurezza non resta che pagare.
«Io guadagno meno di 1100 euro al mese, come faccio a far fronte ad una simile cifra? – ha detto – La Provincia mi consente il pagamento dilazionato fino a 120 rate che però rappresenterebbero quasi un quarto del mio stipendio mensile. Ho chiesto di poter allungare ancora i tempi di pagamento, per arrivare ad una rata intorno ai 150 euro mensili ma mi hanno detto che non è possibile».
Nel frattempo, stamattina, il blocco amministrativo richiesto ed ottenuto dalla Gefil, la società di riscossione crediti della Provincia di Asti.
«Loro mi hanno dato ancor meno disponibilità – racconta Ferretto – Perchè al massimo mi concedono 72 rate da 400 euro al mese. Ma come posso fare a sobbarcarmi tale debito?».
E torna sulla sua protesta più generale nei confronti di tutta la vicenda. «Vero che io non sono stato dietro alla questione delle multe mano a mano che arrivavano per fare in tempo i ricorsi però è anche vero che i cittadini andrebbero informati ed educati sui loro diritti. L’Italia è piena di bellissime leggi sulla carta, ma nei fatti sono disapplicate perché tutta la macchina pubblica lavora in modo da vessare il cittadino. Perché resta vero il fatto di fondo, quello più importante: io quelle multe le ho prese da un apparecchio che non potrebbe restare acceso perché non è omologato. Dovrebbe essere spento da anni. Invece quello è acceso e continua a fare multe e io sono sotto un debito che pesa come una montagna. Non lo trovo giusto, ricorso o non ricorso».