Il liceo scientifico Vercelli ribadisce il proprio “no” all’ipotesi di accorpamento con l’istituto agrario Penna a partire dall’anno scolastico 2026/2027.
Lo fa in vista della giornata di domani, martedì, quando il Consiglio provinciale dovrà esprimersi in merito al Piano di programmazione della rete scolastica, che prevede appunto l’accorpamento come punto all’ordine del giorno. Un piano stabilito a livello nazionale per ridurre i costi del comparto istruzione e declinato a livello locale con la nascita degli istituti comprensivi 4 e 5 in città e, ora, con la riduzione di una dirigenza tra le scuole superiori cittadine, già oggetto di proteste e critiche (per saperne di più clicca qui), che ha portato ora all’ipotesi di accorpamento tra liceo Vercelli e istituto Penna.
Le ragioni del dissenso
«Il dissenso – spiegano l’intero corpo docente e il coonsiglio di istituto in una nota – è chiaramente emerso in seno al collegio docenti, che ha espresso parere sfavorevole. Lo stesso esito ha avuto la votazione del consiglio di istituto, con la componente genitori e studenti
schierata all’unanimità contro questo scenario. Non si tratta affatto di difendere una antiquata identità elitaria, ma di avere garanzie sulla futura gestione della nostra scuola, considerata l’instabilità dirigenziale e amministrativa in cui si effettua questa operazione.
Che ne sarà dell’efficienza dei laboratori e degli strumenti di cui, col tempo, il liceo si è dotato? Che fine faranno le sperimentazioni messe in atto e tutte le risorse indispensabili al successo formativo dei ragazzi?».
Dal liceo non un progetto, ma la proposta di sperimentazione
Collegio docenti e Consiglio di istituto fanno quindi riferimento ai tre progetti di accorpamento presentati in riferimento al Piano, citati dalla consigliera provinciale Tiziana Gaeta, di cui sono venuti a conoscenza dai giornali. «Nessuno è stato presentato dalla nostra scuola, in quanto non interessata a perdere quell’autonomia pubblicamente difesa, per l’istituto Penna dal suo attuale dirigente scolastico e dalla vicepreside, visto il numero di iscritti del liceo Vercelli. Con grande sorpresa, infatti, abbiamo appreso a febbraio della decisione politica di realizzare questo accorpamento, nell’ambito del Piano di programmazione scolastica della Provincia di Asti. A seguito di questa fortuita scoperta, nonostante la nostra contrarietà, ma comprendendo le difficoltà dell’istituto Penna, e quindi dei suoi studenti, per un simile scenario, abbiamo avanzato la proposta di un anno “di prova” (il prossimo, ovvero l’aanno scolastico 2025-26).
Considerato il contestuale pensionamento della dirigente scolastico del “Vercelli” e la perdurante mancanza del Direttore dei servizi generali e amministrativi del “Penna”, durante questo anno di rodaggio, quindi, il preside Marino (Penna) e il Dsga Vardaro (Vercelli), insieme, avrebbero potuto sperimentare e valutare realisticamente gli ipotizzati vantaggi relativi alla didattica, alla razionalizzazione economica e all’efficacia organizzativa e amministrativa delle due scuole, tenendo conto delle singole specificità.
Questa richiesta, a nostro avviso più che ragionevole, ci avrebbe permesso di esprimere con maggiore consapevolezza le nostre considerazioni. Ma, ancora una volta, appare chiaro che della scuola reale a nessuno importi, e ci vediamo obbligati a subire l’accorpamento con un istituto che non conosce affatto le dinamiche che hanno reso oggi il “Vercelli” un centro di eccellenza in Piemonte sotto diversi aspetti, come rilevato recentemente da Eduscopio, oltre ad aver ottenuto riconoscimenti nazionali in ambito accademico e di ricerca.
Come troppo spesso la pratica insegna, le decisioni pertinenti il mondo della scuola vengono prese solo in nome di un fantomatico risparmio e non del merito, quando invece questo dovrebbe essere il vero investimento sul futuro delle prossime generazioni».