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All'Asp la posa dei led, Centrodestra e M5S: «Perché nessuna gara?»
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All'Asp la posa dei led, Centrodestra e M5S: «Perché nessuna gara?»

Dopo il caso del teleriscaldamento (il cui affidamento diretto all'Asp da parte del Comune, e in sub concessione alla società AEC ? Asti Energia Calore, è oggetto di un esposto, da parte del

Dopo il caso del teleriscaldamento (il cui affidamento diretto all'Asp da parte del Comune, e in sub concessione alla società AEC ? Asti Energia Calore, è oggetto di un esposto, da parte del Movimento 5 Stelle, all'Autorità Nazionale Anticorruzione affinché valuti la correttezza della procedura) ora, a tenere banco, è l'appalto all'ex municipalizzata del servizio di illuminazione pubblica, con interventi di efficientamento energetico, come previsto dalla delibera di Giunta 552 del 20 novembre scorso.

Due diverse interpellanze al sindaco, la prima a firma dei consiglieri di minoranza Quaglia e Imerito (Forza Italia), Ferrero (PDL), Galvagno (Lista Civica/Forza Italia) e l'altra dei consiglieri Cinque Stelle Giargia e Serpa, chiedono spiegazioni sulla procedura contestando, in particolare, la scelta dell'amministrazione di non aver predisposto una gara pubblica per trovare l'offerta più vantaggiosa tra tutti i soggetti interessati a partecipare. «L'affidamento diretto all'Asp ? scrivono i consiglieri di centrodestra ? dovrebbe attuare condizioni almeno pari a quelle migliori ottenibili sul mercato in virtù di una procedura ad evidenza pubblica. In mancanza del dato di confronto, quale valutazione di migliore pubblico interesse ha portato la Giunta all'affidamento diretto?».

Gli stessi ricordano che al momento di vendere ai privati il 45% di quote dell'Asp, nel 2001, si parlava di «affidamento della gestione degli impianti di illuminazione pubblica e non di lavori di sostituzione dei corpi illuminanti con luci a led, né di telecontrollo. Tutti interventi economicamente molto rilevanti e oggetto di possibili soluzioni innovativi e di offerte economiche concorrenziali». Dubbi anche sul fatto di non considerare urgente la sostituzione delle lampade a vapori di mercurio, presenti, soprattutto, nelle frazioni, partendo invece dalla sostituzione delle luci cittadine, «che già consentono oggi un risparmio energetico pari al 30%».
Anche dal M5S si sollevano molte critiche per l'operazione che interesserà circa 8.000 punti luce «senza una gara ad evidenza pubblica e con una concessione addirittura di 25 anni a favore della municipalizzata Asp che gestirà ? scrivono i consiglieri ? a mezzo di un soggetto a sé interno, cioè una società costituita da soggetti riconducibili alla compagine societaria stessa».

Un risparmio del 12,5%?
I consiglieri pentastellati fanno poi i conti in tasca al Comune e all'Asp e precisano: «Le spese per la gestione del servizio di illuminazione pubblica (limitatamente alla parte di proprietà del Comune) per l'anno 2014 sono state pari a 1.002.000 euro oltre Iva per acquisto di energia elettrica, e 177.000 euro, oltre Iva, per manutenzione degli impianti, per complessivi 1.179.000 euro (oltre Iva). La definitiva proposta da parte di Asp prevede un canone annuo di affidamento pari a 1.031.625 euro oltre Iva, evidenziando un risparmio per il Comune di Asti pari a 147.375 euro, corrispondente ad una percentuale del 12,5% sulla spesa totale». Una percentuale che il M5S definisce «un esiguo vantaggio economico» rispetto a quello che si potrebbe ottenere «a seguito di una gara pubblica, oppure accedendo ad un finanziamento, magari con istituti di credito cittadini, che avrebbero consentito al Comune di provvedere autonomamente alla sostituzione progressiva dei lampioni più vecchi con nuovi a led». Dal canto suo, il sindaco Brignolo replica: «L'affidamento della sostituzione dei corpi illuminanti avviene con modalità simili a quello del teleriscaldamento perché la gara per la cessione del 45% di Asp ai privati prevedeva la gestione dell'illuminazione pubblica e, di fatto, cambiare le lampade fa parte degli impegni di chi la deve gestire. Oggi la cosa più sbagliata sarebbe tenere l'Asp ferma lì e non valorizzarla. E' necessario essere chiari: l'Asp è l'azienda del Comune e noi vogliamo darle il massimo respiro. Se riusciamo a farla lavorare, tutti ne beneficiano».

r.s.

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