E’ come sempre un bilancio ancora troppo “nero” quello che viene fatto, ogni anno, dall’Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro di Asti in occasione della Giornata nazionale dedicata a questo tragico argomento che tocca tutti i lavoratori.
La presidente di Asti, Tiziana Biamino, con il presidente regionale, l’astigiano Roberto Sardo insieme ai vertici dell’Inail di Asti e Alessandria e ai rappresentanti delle altre istituzioni che lavorano al contenimento degli infortuni sul lavoro, hanno fornito i dati statistici del periodo gennaio-agosto 2025. Una speranza di miglioramento arriva dai dati sugli infortuni totali denunciati ad Asti, che segnano un -2% (sono stati 1156 contro i 1179 dello stesso periodo dell’anno precedente come anche i morti che sono scesi da 4 a 2 (ma con uno segnalato appena qualche giorno dopo il periodo di riferimento preso per la statistica).
Ad aumentare, invece, sono le denunce di malattie professionali che sono passate dalle 81 del 2024 alle 105 del 2025 con un’impennata di quasi il 30% contro la media nazionale del 9% e quella piemontese che segna addirittura un -3%.
Una spiegazione l’ha fornita Irene Berti, responsabile dell’ufficio Inail di Asti: «Riteniamo sia frutto della massiccia sensibilizzazione che abbiamo fatto presso i medici di famiglia affinchè riconoscessero alcuni tipi di patologie correlati al lavoro dei loro pazienti. Parliamo, per la maggioranza, di patologie ostoarticolari che derivano da movimenti ripetuti nel tmpo (come quelli, per esempio, richiesti dal lavoro in fabbrica) oppure da sforzi continui (braccianti agricoli, badanti, personale sanitario e, sempre più spesso, addetti alla logistica e alle consegne a domicilio). I numeri si riferiscono alle denunce – precisa la dottoressa Berti – Non tutte sfociano nel riconoscimento». Fra le malattie professionali ci sono anche molte patologie respiratorie e tumori.
«Se la correlazione fra amianto e mesotelioma è ormai conclamata – prosegue ancora la dottoressa Berti – Si stanno riconoscendo altre correlazioni con altri tipi di tumore e ambiente di lavoro. Pensiamo, ad esempio, ai fumi da saldatura».
E’ stato un intervento emotivamente duro quello della presidente Biamino che ha esordito così: «Ma possibile che dopo tutto quello che è stato fatto e detto, ci siano ancora così tanti infortuni sul lavoro? Evidentemente servono procedure più efficaci e anche una comunicazione più diretta oltre a controlli più numerosi». E rilancia l’idea di una Procura Nazionale del Lavoro specializzata in questo particolare tipo di violazioni.
«Perché le leggi ci sono a tutela della sicurezza dei lavoratori, è che non vengono sempre applicate» ha sottolineato.
Parlando anche di un problema interno di non poco conto. «Dal 2008 il Ministero del Lavoro deve all’Anmil nazionale circa 11 milioni di euro. Che, ad oggi, ancora non sono stati versati. Questo, a cascata, mette in grande difficoltà l’attività dell’associazione e delle sue sedi, anche quella di Asti, che ha dovuto fare tagli importanti a personale ed orari. Anche se, nonostante questo, non posso che fare un plauso ai nostri dipendenti, Enrica Lombardo in primis, che con abnegazione continuano a seguire i nostri progetti e i nostri iscritti».
L’importanza della testimonianza degli invalidi del lavoro o dei parenti di coloro che sono deceduti è stata rimarcata dal presidente regionale Sardo: «Ho perso il conto di quanti incontri abbiamo fatto nelle scuole e nelle fabbriche, a tu per tu con i lavoratori, raccontando la mia esperienza personale di invalido e quella di altri nostri iscritti. Sono convinto che ascoltare il racconto e guardare negli occhi una persona che ha attraversato l’inferno dell’infortunio sia di grande impatto per la sicurezza futura».
Rivendica, a ragione, un miglioramento della sicurezza sui posti di lavoro astigiani il Prefetto, Claudio Ventrice che al suo insediamento ha voluto una task force su questo tema. «Due volte al mese vengono fatti dei controlli a tutto tondo con tutte le componenti che si occupano di sicurezza sul lavoro – ha detto – e la soddisfazione è nel constatare che, con il passare del tempo, i verbali che vengono redatti al termine di ogni sopralluogo sono sempre più positivi, con un aumento delle dotazioni di sicurezza. Certo, l’utopia è quello del rischio zero ma resta un’utopia. Ma ogni vita salvata o salvaguardata è un successo».
Nel corso della cerimonia sono stati consegnati anche i distintivi d’onore agli invalidi.
Quest’anno sono andati a Enzo Laiolo Fiore, Aldo Caporrimo (non presenti per ragioni di salute legate proprio al loro infortunio) e alle vedove di Giuseppe Parcesepe e Paolo Gallina.