È questo il traguardo straordinario raggiunto dall’enologo Roberto Olivieri, che celebra mezzo secolo di esperienza tra vigne, cantine e innovazioni enologiche. Diplomato enotecnico alla Scuola Enologica di Alba nel 1975, Olivieri iniziò subito la sua carriera partecipando alla vendemmia alla Cantina Sociale di Mombaruzzo, guidato dall’enologo Fiorenzo Pesce, padre dell’attuale enologa Daniela. Le prime esperienze formative proseguirono alle Cantine Volpi di Tortona, accanto a Giuliano Noè, figura di spicco nel panorama enologico piemontese, dove consolidò competenze e metodo di lavoro.
Nel 1991 avvenne il passaggio formale da enotecnico a enologo e l’inizio della libera professione, che lo ha portato a collaborare con numerose cantine tra Piemonte e Liguria. Tra i successi più significativi si segnala l’avventura con le Cantine Pico Maccario, realtà innovativa seguita fin dalla nascita, con riconoscimenti continui nelle principali fiere e guide vinicole nazionali.
Olivieri non ha mai rinunciato a sperimentare: la collaborazione con il Maestro Peppe Vessicchio alla Cantina Sociale di Rocchetta Tanaro ha portato alla realizzazione del Barbera d’Asti “Rebarba”, ottenuto con il metodo “fremar”, basato sull’uso di onde sonore musicali durante la vinificazione, un esempio di come tradizione e innovazione possano convivere armoniosamente.
Cinquant’anni di vendemmie raccontano non solo il lavoro di un professionista, ma anche l’evoluzione del vino piemontese e delle tecniche enologiche. Olivieri, che ha dedicato la vita alla cura della vite e alla ricerca del gusto, non si ferma qui: «Queste 50 vendemmie rappresentano una tappa importante, ma la passione per il vino continuerà ancora a lungo».