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Per il gigante che divora energiail progetto di un neo ingegnere
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Per il gigante che divora energia
il progetto di un neo ingegnere

Tanto si è parlato in questi ultimi tre anni di Provincia come ente locale: si è ipotizzata prima la sua riforma, poi addirittura la sua abolizione tornando indietro per declassarla a ente locale di

Tanto si è parlato in questi ultimi tre anni di Provincia come ente locale: si è ipotizzata prima la sua riforma, poi addirittura la sua abolizione tornando indietro per declassarla a ente locale di secondo livello. E, mentre molti pensavano a come ristrutturarla politicamente, un giovane astigiano ha pensato a come ristrutturarla fisicamente, per rendere l'enorme palazzo che si affaccia su piazza Alfieri un luogo di lavoro e di ricevimento di cittadini più confortevole ed ecosostenibile. Il protagonista di questa storia è Mirko Dessimone, astigiano, 30 anni, che il 26 novembre si è laureato in Ingegneria Elettrica al Politecnico di Torino. Dessimone, dopo essersi diplomato perito elettrotecnico all'istituto Artom è uscito dal mondo della scuola ed è andato a lavorare per oltre cinque anni. Poi, a 25 anni, il ritorno di fiamma per la scuola e la coraggiosa decisione di iscriversi all'università per laurearsi esattamente cinque anni dopo.

Ma, per aver già vissuto nel mondo del lavoro, ha voluto ottimizzare i suoi studi e ha scelto una tesi molto locale da mettere a disposizione della sua città. Ha fatto uno studio approfondito sulla riqualificazione energetica del Palazzo della Provincia. «Ho scelto questo edificio perchè rappresenta una grande sfida, sia per le dimensioni del palazzo che per gli alti consumi e la sua dispersione energetica». Colosso è il termine giusto per indicare l'edificio perchè stiamo parlando di un palazzo di 80 mila metri cubi, fra Provincia, Prefettura, Arpa: otto piani di cui due interrati e sei fuori terra e l'alloggio del Prefetto all'ultimo piano. Con la collaborazione dell'Ufficio Patrimonio della Provincia, l'allora laureando Dessimone ha fatto numerosi sopralluoghi oltre ad aver acquisito planimetrie, rilievi e bollette di luce e riscaldamento.

Dopo aver lavorato ai dati di partenza, Dessimone è giunto ad un progetto pressochè definitivo di come potrebbe essere migliorata la dispersione del Palazzo e, al contempo, il benessere di chi ci lavora e lo frequenta. Per quanto riguarda il riscaldamento si può intervenire con l'isolamento dall'interno dei muri perimetrali, impossibile da fare all'esterno per un inaspettato quanto incredibile vincolo estetico che pur esiste. Un buon isolamento dovrebbe riguardare anche il soffitto del portico anteriore. Sulle facciate laterali Dessimone ha immaginato un'opera di insufflaggio di materiale a base di cellulosa che, chiudendo l'intercapedine interna del muro andrebbe ad aumentare notevolmente la capacità di "tenuta" del riscaldamento e del raffrescamento degli ambienti interni. Il lavoro più costoso ma necessario dovrebbe riguardare la sostituzione totalae dei serramenti.

Ad oggi ne sono già stati sostituiti 500 metri quadri sui 2500 totali ma servirebbe cambiarli tutti, a favore di finestre con doppi vetri con telaio in alluminio ad apertura basculante. Questi interventi andrebbero ad abbattere sensibilmente (almeno il 30%) i consumi termici complessivi che oggi ammontano a 142 mila metri cubi di gas metano all'anno. Per la climatizzazione la cosa più urgente da fare è eliminare la giungla di climatizzatori ad ogni singolo piano a favore di un impianto unico con unità esterna e collegamenti con tubi molto piccoli in ogni ufficio che lavorerebbe in sinergia con le aperture delle finestre basculanti tramite centralina elettronica abbinata ad oscuranti motorizzati (che permetterebbe di risparmiare anche sulle luci accese). L'impianto elettrico oggi consuma, nel complesso del Palazzo, circa 633 mila kWh.

Con un campo fotovoltaico da 552 metri quadri da allestire sul tetto sud dell'edificio si potrebbe produrre il 70% del fabbisogno di corrente elettrica necessaria per il funzionamento della struttura. Previsti anche sistemi di spegnimento automatico controllato di prese e altre fonti di alimentazione inutilizzate durante l'orario extra ufficio. «Da una dettagliata stima economica, ritengo che questi lavori si possano fare con 2 milioni e mezzo di euro -? dice Dessimone -? che potrebbero essere pianificati gradualmente in modo da arrivare al compimento della ristrutturazione in dieci anni». Lo studio contenuto nella tesi di laurea è stata regalata alla Provincia. Chissà se, nel nuovo corso politico ed amministrativo, questo progetto di ecosostenibilità troverà qualche tutore attento agli sprechi in bolletta?

Daniela Peira

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