Colpo di scena nella vicenda Rimborsopoli, quella sulle decine di consiglieri regionali dellex legislatura indagati per spese non giustificate con il denaro pubblico. Il gup torinese Roberto
Colpo di scena nella vicenda Rimborsopoli, quella sulle decine di consiglieri regionali dellex legislatura indagati per spese non giustificate con il denaro pubblico. Il gup torinese Roberto Ruscello ha respinto le richieste di archiviazione che erano state avanzate dai pm rinviando gli atti alla Procura e ordinandole di chiedere il rinvio a giudizio per peculato.
Fra i consiglieri che in un primo tempo erano usciti indenni dallinchiesta e per i quali invece il gup ha chiesto limputazione coatta, vi è anche lastigiana Angela Motta, allepoca dei fatti consigliera di opposizione e oggi invece di maggioranza. A lei erano stati contestati rimborsi per spese varie che andavano da prodotti e cesti alimentari a penne e borse pregiate per quasi 4 mila euro oltre ad una cifra simile come rimborso spese per pranzi e cene al ristorante. Una di queste è riferita ad una cena per 50 persone in occasione della festa dei pensionati Uil nel corso della quale la consigliera aveva illustrato le iniziative sui temi del welfare e della sanità.
Secondo il Gup, così come evidenziato anche per le posizioni di altri dieci consiglieri, la Motta avrebbe addebitato al gruppo consiliare di appartenenza delle spese riconducibili ad omaggi natalizi e pasquali di carattere sostanzialmente personale e non riferibil al gruppo nel suo insieme. Lo stesso giudice, inoltre, stronca le giustificazioni e le spiegazioni date dalla consigliera sulla sussistenza del carattere di rimborso delle spese contestate, ritenendo che non siano sufficienti per assegnarle alle finalità della legge che istituisce gli stessi rimborsi.
La Motta si dichiara sorpresa e sconcertata dalla decisione del gip che ribalta la tesi dei pm che avevano concluso per larchiviazione ritenendo che non ci fosse la volontà di utilizzare denaro pubblico a fini personali. «Al momento non cè ancora nessun rinvio a giudizio – commenta la consigliera astigiana – limputazione coatta prevede che i pm che si erano pronunciati per larchiviazione debbano chiedere il rinvio a giudizio e un altro giudice, (diverso dal gip di oggi – ndr) stabilirà se dovremo essere processati oppure no».
Ancora una volta la Motta, come già capitò quando esplose il caso che portò il consiglio comunale del Piemonte alla gogna nazionale, difende le spese fatte, sottolineando che erano tutte comprese nelle voci ammissibili. «Ho ricostruito tutti i miei movimenti e le spese effettuate dal 2010 al 2012 motivandole in modo dettagliato. Ora spero che presto potremo far valere la buona fede del nostro comportamento».
In prima battuta, sempre per Rimborsopoli, il rinvio a giudizio aveva già riguardato anche laltra consigliera in carica Rosanna Valle e lassessore di allora Giovanna Quaglia.
Daniela Peira