Spariscono le grandi bottiglie in ferro in sette rotonde astigiane. A dieci anni dalla loro installazione, la Coldiretti, infatti, ha deciso di non rinnovare il contratto con la Provincia di Asti e di
Spariscono le grandi bottiglie in ferro in sette rotonde astigiane. A dieci anni dalla loro installazione, la Coldiretti, infatti, ha deciso di non rinnovare il contratto con la Provincia di Asti e di rimuoverle tutte. Le grandi strutture in ferro comparivano all'interno delle rotonde di Castelnuovo Don Bosco, frazione Palucco di Asti, corso Savona nel capoluogo, San Damiano, Portacomaro Stazione, Moasca, Cerreto. La Coldiretti aveva concordato con la Provincia di Asti l'installazione per dieci anni a fronte dell'impegno di provvedere alla manutenzione verde delle stesse rotonde sulle quali campeggiavano.
«Oltre al costo vivo delle strutture ?- spiega Antonio Ciotta direttore provinciale Coldiretti di Asti – ogni anno la manutenzione delle sette rotonde è arrivata a costarci circa 25 mila euro. Abbiamo ritenuto che, in tempi di ristrettezze economiche per tutti e di contenimento della spesa anche per la nostra associazione, quello non fosse più un costo sostenibile e potesse benissimo essere tagliato. Inoltre, sia il direttivo, sia i singoli soci-aziende che pagavano un'ulteriore tassa di pubblicità per avere i loro "ovali" promozionali intorno alle rotonde, non ritengono più che quello sia un veicolo strategico per farsi conoscere e per attirare clienti». va sottolineato che le grandi bottiglie di ferro, all'epoca della loro installazione, qualche mugugno l'avevano sollevato e non tutti l'avevano ritenuta una formula vincente di promozione del territorio. Fra i più critici sicuramente Giuseppe Fassino, da sempre in prima linea nello sviluppo del turismo astigiano.
«Erano brutte ed inadatte a rappresentare la realtà nella quale erano calate. Sia le bottiglie che gli "ovali" con i nomi delle aziende agricole -dice Fassino alla vigilia di un tour gastronomico in Norvegia- Più in generale, le rotonde dovrebbero essere utilizzate per dare, in una sola immagine "concentrata" l'idea del territorio che le circonda, non essere sfruttate come cartelloni pubblicitari al solo scopo di scaricare le spese di manutenzione. Senza parlare poi dell'ormai inveterata abitudine di rovinarle con gli striscioni improvvisati fatti con fogli di cellophane e le scritte rivolte agli sposi oppure i manifesti delle varie feste piantati con un paletto nel bel mezzo della rotonda in modo assolutamente abusivo. Per avere qualche idea di come potrebbe essere fatta una rotonda "seria" basta spostarsi solo di qualche chilometro e andare a vedere cosa hanno fatto a Canale e ad Alba».
Il direttore Ciotta ha ammesso di aver ricercato qualcun altro che, alla scadenza del contratto con la Provincia avesse interesse a "rilevare" le bottiglie, "vestendole" in modo diverso e portando avanti l'impegno con l'ente, ma così non è stato. Nessuno si è dimostrato interessato ai totem in ferro ed entro i primi di agosto tutte le bottiglie verranno rimosse dalle rotonde. Ma dove finiranno?
«Bella domanda, ci stiamo pensando -riflette Ciotta- sicuramente qualcuna troverà posto nei cortili più ampi e spaziosi della sede e di altri uffici Coldiretti, ma ancora non abbiamo pensato a come sistemarle tutte». Considerando che la sede provinciale Coldiretti affaccia sull'Enofila, forse qualcuna delle grandi bottiglie di ferro potrebbe finire ad arredare il "palazzo dei vini" astigiano.
Daniela Peira