Un presidio di sicurezza attuato dagli stessi abitanti. Nulla a che vedere con le cosiddette "ronde". Il presidio, infatti, funziona così: i Casorzesi, alla vista di facce sospette o
Un presidio di sicurezza attuato dagli stessi abitanti. Nulla a che vedere con le cosiddette "ronde". Il presidio, infatti, funziona così: i Casorzesi, alla vista di facce sospette o persone non conosciute, chiedono loro se cercano qualcuno o qualcosa. Se la risposta non soddisfa, e soprattutto se i movimenti e la fisiognomica del forestiero danno da pensare, vengono allertati Comune e Carabinieri.
Unidea presa in prestito dai Paesi anglosassoni dove esiste da centanni, con 10 milioni di praticanti nel mondo, che in italiano si declina in "zona controllo del vicinato. La scritta, incisa in un segnale circolare disposto dallAmministrazione comunale, campeggia da alcuni giorni nei punti strategici del paese. Liniziativa è nata dallottimo rapporto di collaborazione tra il sindaco Ivana Mussa e lassessore Roberto De Santis (ex top manager Fiat e Comit che ha soggiornato a lungo a Londra) con i tre consiglieri di minoranza del Movimento popolare Piemonte. «Dove è stato applicato, e Casorzo è il primo centro in Piemonte, questo sistema si è dimostrato un ottimo deterrente per ridurre sensibilmente i furti», precisano i promotori.
«E un modo semplice ed efficace di osservazione passiva da attuarsi di collaborazione con le Forze dellordine e senza nessun colpo di testa, come mettersi ad inseguire unauto o affrontare direttamente individui sospetti». Il Comune è ricorso alla zona di controllo del vicinato causa la scarsa convenienza di installare telecamere. «Sono troppi i punti di accesso in paese, la videosorveglianza è molto costosa e noi crediamo di più nel proverbio giapponese: non si può pensare di vivere sicuri nella propria casa quando non sono sicure le strade del proprio villaggio», sostiene il sindaco Mussa. «Il nostro sistema stimola il cittadino a farsi parte attiva, senza rischi delle propria sicurezza».
m.s.