Il servizio di sorveglianza potrebbe essere garantito dagli operatori scolastici. ll costo a carico delle famiglie sarà di 20-30 centesimi per buono pasto
Salone delle conferenze della cassa Risparmio di Asti gremito, martedì scorso, per lincontro sul futuro delle mense scolastiche. Attività che potrebbe beneficiare delle somme racimolate con il 5 per mille devoluto al Comune. Papà e mamme tra il trepidante e il preoccupato, accorsi per ascoltare dal sindaco Marco Gabusi, dallassessore Nino Perna e dai rappresentanti della commissione mensa comunale le novità sulla querelle che, da qualche settimana, ruota attorno ad un servizio basilare nella gestione del tempo di oltre trecento famiglie.
Sul tappeto lattività di vigilanza nella pausa-mensa degli alunni delle scuole primarie e secondarie. Sino alla scadenza delle lezioni a garantire lassistenza cè il personale non docente. «Ma per il prossimo anno scolastico è stata riscontrata uniniziale indisponibilità di queste figure: si tratta, dunque, di trovare delle soluzioni per non interrompere il servizio» ha spiegato Perna. Tre alunni su quattro, infatti, fanno rientri pomeridiani, «e la proposta di una scuola con settimana corta è sempre più apprezzata dai genitori» ha aggiunto il sindaco. Almeno due le soluzioni individuate dallamministrazione comunale: cercare insegnati disponibili ad accollarsi lonere, ovviamente retribuito, o procedere allappalto anche di questa fetta di orario.
«Solo due insegnanti si sono detti disponibili, mentre lappalto a società esterna costerebbe 1,5 euro in più a buono pasto» ha detto Marco Gabusi, precisando che «nel secondo caso ci sarebbe un aggravio più di costi, per ogni famiglia, di 300-350 euro lanno. E il Comune, stante la situazione di tagli e risparmi, non può pensare di accollarsi tutto lonere, circa 70 mila euro per unannata scolastica». La sala rumoreggia, arriva qualche vibrata protesta che sindaco ed assessore stoppano con il racconto di una nuova puntata della vicenda. «Nessuno di noi vuol né gravare le famiglie di costi aggiuntivi e neppure abolire il servizio. Dunque, abbiamo spiegato ai sindacati come stanno le cose e, pare, si sia aperto uno spiraglio affinchè il personale non docente si renda disponibile ai turni di vigilanza sulla falsariga di ciò che accade oggi». In sostanza, sarebbero nuovamente i bidelli, se le trattative andranno a buon fine, ad attivare la vigilanza nella pausa-mensa. Il costo a carico delle famiglie (una parte è coperto dal Comune) sarà di 20-30 centesimi per buono pasto.
«Se sarà necessario siamo disposti a prorogare per un anno la concessione della preparazione e somministrazione dei pasti alla Marangoni» ha precisato il sindaco. Invitando i presenti a devolvere il 5 per mille sulla denuncia dei redditi al Comune. «Assicuro che tali somme verranno investite per il progetto-mensa».
Sempre in tema di scuola è stato assegnato il nuovo incarico per il trasporto degli alunni, andato alla Gelosobus per il prossimo biennio. Ogni famiglia spenderà 30 euro in più, passando dagli attuali 125 euro a 155 euro lanno.