Continua il gioco delle parti tra il Ministero e lautorità politica sul disciplinare del moscato. I contorni della vicenda, che hanno ormai del paradossale, riguardano linserimento del Comune
Continua il gioco delle parti tra il Ministero e lautorità politica sul disciplinare del moscato. I contorni della vicenda, che hanno ormai del paradossale, riguardano linserimento del Comune di Asti tra i territori di produzione del moscato docg. Il 12 luglio infatti in un decreto del ministero delle Politiche agricole da inviare a Bruxelles, a sorpresa ma non troppo, è comparso il nome di Asti tra i comuni produttori. Immediate le reazioni. Tra i primi ad accorgersene il parlamentare astigiano Massimo Fiorio (Pd), Coldiretti e le associazioni dei Produttori che sulla questione hanno il dente avvelenato.
Il Ministero, a cui abbiamo chiesto una richiesta di chiarimenti tace. Ma parla per lui il fatto che a seguito delle segnalazioni si sia fatta marcia indietro e le paroline "Asti" e "docg" siano scomparse dal decreto. Coldiretti Piemonte, lAssociazione Produttori Moscato, lAssociazione Muscatellum e lAssociazione Comuni del Moscato, dopo aver diffidato il Ministero, rivendicano in un comunicato di: «aver ottenuto la rettifica del decreto concernente la correzione dei disciplinari di produzione dei vini DOP e IGP che aveva inserito, con un colpo di mano, nellarea della Docg Asti parte del territorio del Comune di Asti, tra cui i terreni dell Azienda Agricola Castello del Poggio». Perché poi sempre lì si finisce, ai pochi ettari della famiglia Zonin fuori dal disciplinare che hanno dato origine a questa surreale guerra a colpi di carte bollate.
Per adesso lo stesso Ministero, con il decreto del 22 luglio 2013, ha considerato linserimento del comune di Asti eseguito in maniera impropria in quanto non si configura come correzione del disciplinare di produzione bensì come aggiornamento. Quindi tutto cambia perché niente cambi. «La sentenza del TAR – cantano vittoria il presidente ed il direttore di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa – aveva già bloccato linserimento del comune di Asti nella Docg. Questo passo indietro da parte del Ministero, in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, rappresenta un ulteriore segnale di tutela per i viticoltori per i quali la Coldiretti si è sempre battuta».
E gli fa eco Roberto Cabiale presidente Coldiretti Asti. «Siamo soddisfatti – dice il presidente – per lesito della vicenda e continueremo a tutelare al meglio le nostre imprese nellinteresse di tutta la filiera vitivinicola del Moscato nel pieno rispetto delle norme». Quello che salta agli occhi è la totale mancanza di dialogo. «Di tutta questa vicenda – chiude Massimo Fiorio – cosa trovo dannoso per il territorio sono i tentativi di prevaricazione e la mancanza di soluzioni concertate». Intanto nel mondo, cui di tutta questa storia frega meno di zero, la moscatomania continua e mentre il rapper JZ intona sfacciato bevo il mio moscato …and you live your paints a noi non resta che sperare che alla fine di tutta questa vicenda a rimanere con i pantaloni in mano non siano proprio i contadini.
Lodovico Pavese