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L'omicidio per il posto automaturato in anni di liti e provocazioni
Cronaca

L'omicidio per il posto auto
maturato in anni di liti e provocazioni

E' in carcere l'uomo di 81 anni, Isidoro Schillaci che ieri mattina ha ucciso a colpi di rivoltella il vicino di casa Calogero Pirrello, fabbro di 57 anni. Nell'interrogatorio ha parlato di un momento di esasperazione dopo anni di provocazioni, liti e questioni condominiali

Non si è tirato fuori nascondendosi dietro la frase di rito "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere" l'81enne che ieri mattina ha freddato con due colpi di rivoltella il vicino di casa che abita al piano sotto il suo in un palazzo storico di corso Alfieri, davanti ai giardini Alganon, poco prima di piazza Roma. Isidoro Schillaci, accompagnato dal suo avvocato Maurizio Lamatina, ieri ha risposto puntualmente alle domande che gli sono state poste durante l'interrogatorio avvenuto in Questura.

Poche le cose trapelate dalle sue spiegazioni, ma sembra ormai confermato che il tragico gesto affondi in una lunga e "incacrenita" situazione di dissidi e liti per questioni di condominio, di posti auto in cortile, di rapporti di vicinato. Schillaci ha detto di aver subito "per anni atteggiamenti minacciosi, danneggiamenti e continue provocazioni" da parte di Calogero Pirrello, 57 anni, vicino di casa e vittima del raptus omicida di martedì mattina. Nella ricostruzione dell'anziano indagato per omicidio volontario, lunedì sera, intorno alle 22,30 ci sarebbe stato l'ennesimo episodio di "sgarbo" che già lo avrebbe maldisposto.

Sempre secondo le sue parole, poi, all'alba Pirrello sarebbe andato a suonare alla sua porta, lui non gli avrebbe aperto ma questo episodio non avrebbe fatto altro che scatenare una reazione che non è più riuscito a tenere sotto controllo. Ha recuperato la vecchia rivoltella regolarmente detenuta, è sceso al piano di sotto e ha sparato contro Pirrello due colpi che lo hanno raggiunto all'addome e alla spalla. Un terzo colpo è andato a vuoto sfiorando la moglie della vittima che, nel frattempo, si era affacciata spaventata dopo aver sentito i colpi.

Poi il buio, la fuga a piedi, con l'arma ancora addosso, fino al cimitero, sulla tomba della moglie e la telefonata per segnalare la propria posizione e, di fatto, la propria costituzione alla Polizia. Tensioni maturate nel tempo, nell'arco di anni, che hanno avuto il tragico epilogo.
Schillaci ora si trova al carcere di Quarto in attesa dell'udienza di convalida davanti al gip prevista per mercoledì, o al massimo, giovedì. In quell'occasione l'avvocato Lamatina ha già annunciato che chiederà la concessione degli arresti domiciliari, ovviamente in una casa di famigliari che non sia quella di corso Alfieri.

Daniela Peira

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