Sono state depositate le motivazioni della sentenza del tribunale dopo il ricorso vinto da WWF: «Attività potenzialmente dannosa per il contesto ambientale sottoposto a tutela vincolistica». Il circuito di Valmanera è stato per molti anni sede di gara internazionali e luogo di culto per gli appassionati di motocross
«È stata autorizzata unattività potenzialmente dannosa per il contesto ambientale sottoposto a specifica tutela vincolistica per un periodo di tempo allo stato indefinito e indefinibile, in assenza del necessario e preventivo espletamento delle procedure di legge volte a verificare limpatto e la compatibilità ambientale dellinsediamento di cui si discute». In queste poche righe, riportate nella sentenza del TAR che accoglie il ricorso presentato dal WWF contro il Comune di Asti e nei confronti dellAssociazione Sportiva Cross Club (che gestisce la pista di Valmanera), potrebbe esserci la definitiva fine dellimpianto sportivo aperto alle porte di Asti fin dagli anni 70. Una sentenza storica per gli ambientalisti che, oltre ad aver accolto le loro tesi, ricostruisce tutta la vicenda del motocross e non esita a bacchettare lamministrazione comunale in merito alla decisione di autorizzare – in deroga – luso dellimpianto con la determinazione dirigenziale 152/12 del 9 marzo 2012.
Leggendo la sentenza emergono chiaramente tutte le criticità dellautorizzazione comunale concessa dopo che, il 12 luglio 2011, Provincia, Comune e Cross Club avevano sottoscritto una Convenzione urbanistica e accordo procedimentale nel quale i gestori della pista avrebbero dovuto effettuare una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e una Valutazione di Incidenza in attesa dellapprovazione – mai avvenuta – di una variante al Piano regolatore che conferisse al terreno occupato dal motocross una destinazione conforme allattività svolta e diversa da quella esistenze, cioè «area agricola soggetta a vincolo di tutela paesaggistica». In aggiunta ai limiti imposti dal Piano regolatore il motocross si trova allinterno del SIC Valmanera (Sito di Importanza Comunitaria) già individuato nel 1996 con deliberazione della Giunta Regionale.
Più recentemente, il 18 maggio 2010, anche la Provincia aveva diffidato lAssociazione Sportiva Cross Club «allesercizio e allorganizzazione di attività fuoristrada motoristica sia di natura non competitiva che competitiva in carenza dellespletamento della procedura di Valutazione di Incidenza e della fase di verifica della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale» ma il legale rappresentante del motocross aveva risposto allente di piazza Alfieri chiedendo una deroga sotto presentazione dellavvio della fase di verifica della procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). La Provincia, il 28 maggio 2010, aveva concesso la deroga limitatamente allattività programmata, per 10 giorni precedentemente calendarizzati cui aveva fatto seguito, il 4 giugno, lautorizzazione del Comune in deroga ai limiti acustici «per attività rumorosa temporanea» limitatamente allo svolgimento delle competizioni programmate. In quella determina il Comune aveva però confermato la diffida a svolgere attività non competitiva nel sito di Valmanera.
Successivamente era stata la Provincia a voler sottoporre il progetto dellimpianto alla fase di Valutazione dellImpatto Ambientale sottolineando, però, come «la risoluzione della compatibilità urbanistica dellarea» costituisse «una priorità indispensabile per lo svolgimento delle procedure di VIA e di Valutazione dIncidenza». Da qui si era poi giunti al sopracitato documento programmatico per la variazione del Piano Regolatore da parte del Comune e alla già ricordata Convenzione urbanistica seguita dalla determinazione dirigenziale 152/12 oggetto del ricorso del WWF. In quella determina il Comune aveva concesso allimpianto non solo di restare aperto nei pochi giorni già autorizzati in via eccezionale dalla Provincia ma anche in tutti gli altri giorni dellanno, in determinati orari, per lo svolgimento dellattività non competitiva «il tutto in deroga – si legge nella sentenza – non solo alla destinazione urbanistica dellarea, ma anche ai limiti acustici e senza che nel frattempo siano state portate a compimento le verifiche di compatibilità ambientali dellimpianto, ma sul semplice accordo che le stesse sarebbero state avviate su iniziativa del gestore e quindi ultimate in circa 2 anni».
Per il collegio giudicante quel tipo di autorizzazione comunale è stata «una decisione irragionevole e contraddittoria rispetto alla determinazioni assunte, anche in epoca di poco precedente, dalle stesse amministrazioni» mentre in unaltra pagina della sentenza viene evidenziato dai giudici come «lautorizzazione, benché qualificata come temporanea, è potenzialmente illimitata». Tutto questo, aggiungono i giudici, mentre non cè certezza di «cosa attesterà la VAS e se la stessa condurrà allapprovazione di una variante al Piano regolatore in senso compatibile alla permanenza dellimpianto… né è certo quale sarà il risultato delle fasi di VIA e di Valutazione di Incidenza che dovrebbero essere avviate dopo lipotetica approvazione della variante urbanistica». La sentenza del TAR, nonostante abbia dato torto al Comune, è stata accolta favorevolmente dallassessore allAmbiente Alberto Pasta che non era ancora in carica quando venne emanata la determinata presa in esame. La passata amministrazione, infatti, aveva ben altro approccio sulla pista da motocross ritenendola strategica dal punto di vista sportivo e per lindotto che portava ad Asti in termini economici e di notorietà a livello internazionale.
Per questo motivo la variante al Piano regolatore avrebbe significato mantenere la pista a Valmanera, ipotesi ormai tramontata quasi definitivamente. «La sentenza è un macigno per quellimpianto e per noi rappresenta solo formalmente una sconfitta – commenta lassessore Pasta – Noi non siamo contro il motocross in sé ma non può essere che una pista si trovi in un Sito di Interesse Comunitario il quale potrebbe presto essere gestito direttamente dal Comune. Adesso valuteremo dove spostare il motocross in una zona adeguata sotto ogni profilo urbanistico, acustico e di opportunità». È ancora presto per sapere se gli avvocati del motocross presenteranno ricorso al Consiglio di Stato anche perché ci sono 6 mesi per farlo. «È una sentenza che prende posizioni su parecchi punti anche non richiesti – commenta lavvocato Enrico Rabino – comunque faremo una radiografia sulla stessa. In questo momento prendiamo atto di quanto deciso dai giudici del TAR». Fabrizio Imerito, già assessore allUrbanistica durante la precedente amministrazione, annuncia battaglia: «Faremo tutto il possibile affinché in Consiglio comunale venga approvata la variante, oggi già a buon punto, per salvare la pista di motocross, una grande risorsa per Asti che non deve essere persa».
Riccardo Santagati
Twitter: @riccardosantaga