Venerdì mattina nuova manifestazione in piazza Alfieri e incontro con Prefetto, istituzioni e forze dell'ordine. Ma per ora la legge regionale non cambia, quindi loro non hanno le autorizzazioni necessarie per conferire il ferro vecchio ai demolitori. Lunedì un primo incontro per ipotizzare di creare una cooperativa ferraioli. Non lavorano da molte settimane
Delusione fra i raccoglitori di ferro vecchio che venerdì mattina sono tornati a manifestare in piazza Alfieri e hanno incontrato Prefetto ed istituzioni per sbloccare il divieto di conferimento ai grossisti e ai demolitori senza formulario. Una delegazione di loro è stata ricevuta dal dottor Faloni e da rappresentanze del Comune, della Provincia e delle forze dell'ordine. Le notizie date non erano quelle che si aspettavano i rottamai. Infatti, nelle tre settimane che sono passate dalla loro prima protesta forte, la Regione non ha trovato una soluzione burocratica che consentisse loro di poter lavorare con una semplice licenza di ambulanti.
La normativa equipara il ferro vecchio ai rifiuti pericolosi e, pertanto, prevede una serie di requisiti più severi per poterne praticare la raccolta e il conferimento ai centri di raccolta autorizzati. Ogni raccoglitore dovrebbe ottenere la licenza regionale che prevede, fra le altre cose, mezzi speciali per il trasporto del ferro, registri dettagliati di ogni cosa caricata e una fidejussione bancaria che praticamente nessuno è in grado di ottenere. Fino ad un mese fa i raccoglitori rischiavano sulle strade (se venivano fermati con fero vecchio nel cassone rischiavano la multa e il sequestro del mezzo) ma potevano scaricare dai grossisti che corrispondevano loro un prezzo aggiornato quotidianamente sulle quotazioni nazionali. Ma dopo il giro di vite sui grossisti, nessuno di loro si azzarda più a ricevere del ferro che non sia conferito a mezzo del formulario e questo ha portato al fermo di una 200 raccoglitori in Asti e provincia.
Per tutti loro si tratta dell'unico lavoro possibile, non possedendo specializzazioni scolastiche o lavorative e, qualcuno, avendo un passato di guai giudiziari che non aiuta a trovare posti di lavoro "tradizionali". «Noi siamo allo stremo – racconta Gaetano Cadeddu, portavoce del Gruppo Ferraioli in protesta – viviamo alla giornata e da troppi giorni non lavoriamo». La Regione ha fatto sapere di non avere una soluzione vicina e prossima; stanno lavorando ad una revisione del regolamento, ma nulla di risolutivo nei prossimi giorni. Il Comune non è competente in questa materia e l'unico spiraglio che si è aperto è quello della costituzione di una cooperativa di ferraioli che acceda, per conto dei suoi iscritti, all'autorizzazione regionale che dà diritto al famigerato formulario con il quale conferire il ferro ai demolitori.
Lunedì è stato promesso un abboccamento fra Confcooperative e una delegazione di rottamai. «Staremo a sentire quello che ci verrà detto – ha commentato Cadeddu – certo che abbiamo bisogno di tempi certi e molto stretti, perchè dobbiamo riprendere a lavorare al più presto».
Daniela Peira