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Attualità

Emergenza Coronavirus: la Regione Piemonte citerà Report in giudizio

Non è piaciuto alla Regione Piemonte il servizio d’inchiesta mandato in onda su Rai 3, lunedì sera, durante la trasmissione televisiva

La Regione Piemonte intende denunciare Report

Non è piaciuto alla Regione Piemonte il servizio d’inchiesta mandato in onda su Rai 3, lunedì sera, durante la trasmissione Report. Il “Pasticcio piemontese”, questo il titolo dell’inchiesta condotta dal giornalista Emanuele Bellano, ha voluto raccontare le criticità dell’emergenza sanitaria in Piemonte toccando vari territori, tra cui l’Astigiano e l’Alessandrino.

Tante le critiche e le osservazioni mosse dal giornalista, sostenute da foto, documenti e testimonianze raccolte sul campo, cui hanno risposto, tra gli altri, il commissario straordinario dell’Asl AT Giovanni Messori Ioli e l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi.

Ma la vicenda non è ancora finita e ora la stessa Regione “si rammarica dell’operato dei responsabili della trasmissione Report non avendo fornito – si legge in una nota stampa inviata dall’ufficio stampa – una rappresentazione della gestione dell’emergenza Coronavirus in Piemonte corrispondente a quanto emerge dalle interviste e dalla documentazione filmata registrata. La Regione non nega che vi siano anche criticità, ma, come emerge da punti di seguito evidenziati, la Regione deve sicuramente ricorrere allo strumento giudiziario per la tutela della propria immagine e dei propri interessi gravemente lesi”.

Le mascherine Miroglio sono conformi al “Cura Italia”

“La ricostruzione fornita sull’acquisto delle mascherine Miroglio è errata – continuano dalla Regione – Non è esatto che non avrebbero certificazione, invece sono prodotte in conformità all’articolo 16 del Decreto legge “Cura Italia”, oltre ad essere testate e certificate ad uso sociale in ambito nazionale e internazionale. Parimenti inesatto affermare che le mascherine Miroglio “non sono mai arrivate”. Sono state invece consegnate a centinaia di migliaia all’Unità di crisi (le prime 500 mila donate a titolo personale da Giuseppe Miroglio, azionista del Gruppo) e successivamente distribuite a Comuni, associazioni del Coordinamento regionale della Protezione civile, Amministrazioni statali (Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco…) e medici di base (unitamente a quelle chirurgiche)”.

Anche sul titolo del servizio la Regione ha molto da ridire: “Parlare di un “pasticcio piemontese”, così come si cita nel titolo della trasmissione, è un discutibile espediente mediatico, che confonde atti prodotti da Uffici periferici delle Asl, sui quali l’assessore non poteva avere conoscenza diretta, con gli atti prodotti dall’Unità di crisi su questioni di fondo di primaria importanza, come le norme sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Miscelare atti prodotti da enti diversi, come avessero una unica genesi, è una travisazione della realtà. A ciò si aggiunga che le risposte verbali e scritte alle domande, puntualmente fornite dagli intervistati, sono state utilizzate dagli autori della trasmissione Report parzialmente, tanto che i telespettatori non hanno avuto la possibilità di farsi un’idea obiettiva delle tematiche affrontate”.

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