Lista Ingroia/ Ex pm prosegue incontri: Deciderò il 28-29/12
Partecipa ad assemblee Pdci e ‘Cambiare si può’:Serve pragmatismo
Roma, 22 dic. (TMNews) – Antonio Ingroia continua il suo giro di ‘consultazioni’, dopo la convention di ieri al teatro Capranica, stamattina il pm in aspettativa è intervenuto prima alla riunione del vertice dei Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto all’iniziativa di ‘Cambiare si può’, il network promosso da Luciano Gallino e sostenuto, tra gli altri, da Sabina Guzzanti, Vittorio Agnoletto, Paul Ginsborg e don Gallo. Altra passerella, nuovi inviti a guidare l’area ‘antagonista’, ma Ingroia prende ancora tempo: “Assumerò le mie determinazioni finali tra il 28-29, deciderò se restare o fare le valigie e tornare in Guatemala”. Prima di lui parlano in tanti e tutti chiedono innanzitutto una cosa: dire no “al liberismo”, alla politica del governo Monti, “no alle grandi opere”.
Ingroia condivide, si dice d’accordo, “su un’opposizione ferma al berlusconismo e al montismo ci ritroviamo”, ma invita anche al “pragmatismo”, perché “non dobbiamo esprimere posizioni di purismo ideologico, dobbiamo essere pragmatici se vogliamo creare una coalizione che aspira a governare”. Su questo Ingroia ha insistito: “Se vogliamo partecipare alla competizione elettorale con dei risultati politici dobbiamo parlare di strategia e anche di tattica. Dobbiamo fare il massimo dello sforzo, senza rinunciare ciascuno di noi ai propri punti irrinunciabili, per trovare una sintesi”.
Il pm in aspettativa si riferisce innanzitutto al rapporto con il Pd: “Ci sono forti critiche che dobbiamo fare al sostegno espresso fino ad oggi dal Pd alla politica di Monti, ma non dobbiamo avere paura di andare a un confronto, incontrarci, verificare cosa c’è di compatibile e cosa no, il confronto in sé non ci infetta, non ci sporca. Capisco lo scetticismo di molti di voi, ma non bisogna assumere atteggiamenti pregiiudiziali. Se gli altri li hanno verso di noi, questo confronto non ci sarà mai”.
La platea ascolta, a volte applaude. Paolo Ferrero, segretario Prc, sale sul palco e dice a Ingroia che “è sbagliatissimo pensare che i partiti siano autosufficienti ma è anche sbagliatissimo che tutto il male sta dentro il partiti e tutto il bene sta fuori”. E Luigi de Magisitris si offre di andare “a prendere le valigie di Ingroia in Guatemala”, purché lui accetti di candidarsi. Quanto al Pd, “ho detto ad Antonio di chiamare oggi stesso Bersani, ma io personalmente non riesco ad immaginare che noi riusciamo a fare un accordo col Pd. Ho fatica a pensare che il Pd possa rinunciare all’art. 18, alla macelleria sociale, etc… Ho ragione di ritenere che l’accordo tra antonio Ingroia e il Pd dura il tempo di un cappuccino”.
Lui, Ingroia, ha insistito: “La mia è una dichiarazione di disponibilità e di servizio rispetto ad una idea che si sta formando. Avremmo avuto bisogno non di settimane, ma di mesi, ma questo tempo non ce l’abbiamo. Nel giro di pochi giorni ciascuno deve decidere cosa fare, per quello che mi riguarda l’ho detto”.