Asti: la CGIL chiede ufficialmente al Comune di poter riqualificare il sottopasso al posto dell’associazione “Sole che sorgi”
Con la CGIL sono in tre. E’ di poche ore fa la notizia che anche la CGIL di Asti, rappresentata dal segretario provinciale Luca Quagliotti, ha presentato ufficialmente domanda al sindaco di Asti Maurizio Rasero per poter riqualificare il sottopassaggio di piazza Marconi al centro della vivace querelle politica esplosa due giorni fa.
Il sottopassaggio, infatti, era stato “chiesto” dall’associazione Asti Pride per riqualificarlo in versione arcobaleno in favore dei diritti della comunità LGBTQI, ma all’ultimo secondo è arrivata in Comune anche una formale proposta da parte dell’associazione “Sole che sorgi” accusata da più parti di essere vicina alle ideologie fasciste. Accuse formalizzate anche in un’interpellanza urgente al sindaco a firma dei consiglieri di minoranza Malandrone, Quaglia, Bosia e Anselmo.
Rasero, in un primo momento, aveva deciso di concedere metà sottopasso all’Asti Pride e metà all’associazione “Sole che sorgi”. Una condivisione salomonica che, però, ha scatenato l’indignazione dell’Asti Pride pronta a fare un passo indietro e a denunciare l’accaduto.
Ora con l’entrata in gioco della CGIL la situazione è cambiata ancora: il sindacato, infatti, ha sede proprio nei pressi del sottopassaggio e la sua richiesta al Comune è chiaramente un’azione a supporto dell’Asti Pride con cui vorrebbe condividere il progetto di riqualificazione prendendo il posto dell’altro sodalizio. In più la CGIL avrebbe motivato al sindaco il suo interesse ricordando che la stessa, durante il Ventennio Fascista, subì arresti, saccheggi, la confisca della sede e altre vessazioni. Per il sindacato sarebbe quindi un pugno in un occhio permettere che il “suo” sottopasso venga concesso a un gruppo accusato di avere simpatie fasciste.
Accuse, va detto, rimandate al mittente dal presidente dell’associazione “Sole che sorgi”, Franco Chezzi: “Ribadisco con forza che non siamo in nessun modo persone riconducibili ad aree neofasciste, non abbiamo frequentazioni né amicizie con altri schieramenti politici di destra, come Forza Nuova o Casa Pound, e che il nostro Consiglio direttivo è composto da persone più che stimate, alcune che hanno lavorato nella pubblica amministrazione. Siamo stati tirati in ballo in questa vicenda contro la nostra volontà, ma se abbiamo provocato il mal di pancia a qualche gendarme della memoria mi preme ricordare che, anche se ancora per poco, in Italia vige la libertà di manifestare idee contrarie al politicamente corretto”.
Interviene il Partito Democratico: “Rasero ha scelto di non scegliere”
“Invece di dare chiara voce alla comunità LGBTQ il sindaco Rasero ha preferito dare posto a due associazioni tra loro diametralmente opposte, per non scontentare, presumibilmente, il vice sindaco Marcello Coppo”.
Anche il gruppo consiliare del Partito Democratico interviene nella partita del sottopassaggio e lo fa con un lungo comunicato stampa firmato dalla capogruppo in Consiglio comunale Maria Ferlisi, dal coordinatore del circolo cittadino Mario Mortara e dalla responsabile “Diritti” della segreteria provinciale Elena Accossato.
“I post di ispirazione neofascista che sono comparsi e poi cancellati dal profilo Facebook dell’associazione “Sole che Sorgi” devono indurre il sindaco di Asti ad una seria riflessione. – commentano dal PD – I suoi consueti equilibrismi politici, quando in gioco ci sono i diritti, non funzionano. Come Partito Democratico auspichiamo che una persona che giunga ad Asti e percorra il sottopasso tra piazza Marconi e via Cavour, abbia chiaro quale sia il messaggio che la città vuole trasmettere. Consentire all’associazione Asti Pride di riqualificare il sottopasso, ricordando le lotte contro le discriminazioni, consentirà di trasmettere un messaggio forte, chiaro, non interpretabile, di quello che siamo e vogliamo essere come città e comunità”.
Il PD ricorda che proprio in questi giorni il suo deputato Alessandro Zan ha presentato il disegno di legge contro l’omotrasfobia e la misoginia, “volto a punire le manifestazioni d’odio fondate su omofobia o transfobia. Estensione penale ma anche politiche di contrasto, prevenzione e sostegno alle vittime. Una proposta di legge volta ad arginare la spirale di violenza nei confronti delle persone che sono aggredite e bullizzate a causa della loro identità sessuale. Il sottopasso Rainbow ricorderà la lotta di uomini e donne per i loro diritti, le sofferenze e le discriminazioni che ancora molti di loro vivono nella società, nelle famiglie, sul lavoro, ma anche le conquiste ottenute con uno sguardo verso il futuro. Asti non è immune da questo odio, è indelebile il ricordo di Miguel, il giovane transessuale suicida nel 2017 dopo essere stato violentato in pieno centro cittadino, nei giardini Alganon. Quel sottopasso arcobaleno sarebbe un bel modo per onorare la sua memoria”.
“In gioco non c’è solo il colore di un sottopasso oggi degradato, – concludono dal PD – ma una scelta di campo che durerà nel tempo, una scelta che sappia guardare alla società fortunatamente molto più aperta ed inclusiva di piccoli gruppi integralisti che propongono un modello sociale patriarcale, superato dalla storia”.
Nel comunicato stampa il PD non replica citando direttamente le parole del vice sindaco Marcello Coppo su “Dio, Patria e Famiglia” che hanno fatto molto discutere, ma il modello “sociale patriarcale superato dalla storia”, citato dal partito, lascia intendere che si tratti proprio della concezione difesa dal vice sindaco nonché esponente di Fratelli d’Italia. Interpellato a riguardo, il segretario provinciale del PD Riccardo Fassone annuncia che in Consiglio comunale ci sarà modo di rispondere in maniera più articolata anche a Coppo.
Intanto il Comune predisporrà un bando
Ritirato il progetto di Asti Pride, e visto l’interesse della CGIL, il Comune ha deciso di cambiare strategia e di procedere con un bando per ricevere tutte le manifestazioni di interesse sul sottopassaggio Marconi. Una decisione che permetterà a chiunque di proporsi per sistemare quella zona di Asti profondamente trascurata e di certo mai così popolare come in questi ultimi giorni.
“Prendiamo atto della scelta del sindaco di procedere a un bando – replica Patrizio Onori, vice presidente di Asti Pride – ma chiaramente la nostra proposta era quella di riqualificare tutto il sottopassaggio non solo una parte e di farlo solo come Asti Pride, senza condivisioni con altri. Valuteremo, quindi, se partecipare al bando o meno”.