A poche ore dalle elezioni al consigliere comunale Oscar Ferraris è giunta una mail che lo invita a contribuire alle spese del gruppo come previsto dal regolamento ma lui risponde picche e su Facebook spara a zero: "Mi avete proprio rotto i c….."
Continuano le tensioni all'interno del Partito Democratico di Asti a poche settimane dalla nomina del sindaco Brignolo nel CdA della Cassa di Risparmio (caso che ha sollevato un polverone di critiche e la cui risoluzione è stata rinviata dopo le elezioni). Questa volta a far scatenare la polemica è il consigliere comunale Oscar Ferraris. Oggetto della contesa la quota che tutti gli eletti del Pd devono versare nelle casse del partito per finanziare l'organizzazione dello stesso ma anche pagare le spese vive di gestione della sede. Ferraris ha ricevuto una mail dalla segreteria provinciale nella quale lo si invita a pagare la quota annuale, pare a 150 euro, in quanto amministratore pubblico.
Il problema è che il consigliere Ferraris non ha nessuna intenzione di versare il dovuto considerandola una richiesta esosa rispetto a quanto percepito con i gettoni di presenza sui banchi della maggioranza. Come se non bastasse la questione è diventata di pubblico dominio dopo che lo stesso Ferraris ha postato su Facebook un lungo messaggio nel quale spiega perché non intende pagare. «Ad Asti il gettone da consigliere è di 26,50 euro lordi, al netto delle tasse sul 730 rimangono al sottoscritto circa 16,50 euro. Lo scorso anno per sei mesi di legislatura ho percepito l'ingente somma di euro 300 circa lorde. Io che non mi sono mai vergognato di essere figlio di un dipendente pubblico e casalinga, tuttora vivo da monoreddito con figlio non ancora adolescente a carico. Vedermi nuovamente tirato in ballo perché non verso quanto loro vorrebbero (nonostante abbia sempre pagato la tessera al Pd con una cifra congrua a quelle che sono le mie possibilità) mi infastidisce non poco. Sapete cosa vi ripeto per l'ennesima volta, io non ci sto. I soldi non ve li do. Se vi piace è così altrimenti sbattetemi fuori dal Pd, nulla ho da rimetterci, continuerò a fare la mia attività politica in mezzo alla gente tutti i giorni al servizio degli astigiani, utilizzando la mia auto senza alcun rimborso di alcun genere come ho fatto sino ad oggi».
Il messaggio di Ferraris si chiude senza mezzi termini con un «mi avete proprio rotto i c….. e per di più a due giorni dalle elezioni, cosa immaginavate di farmi paura? Allora avete sbagliato persona per far paura a me ci vuole ben altro, viceversa per farmi incaz… forse anche meno». Una presa di posizione che, a poche ore dal voto, sicuramente non aiuta ad abbassare i toni delle polemiche dei giorni scorsi. «Quanto ho scritto su Facebook non ha nulla a che vedere con il voto e non voglio danneggiare il partito ma ho detto quello che penso – aggiunge Ferraris raggiunto al telefono poco fa – Non ho neanche intenzione di dimettermi per questo. Se a loro non piace che mi mandino via, intanto continuerò a fare il mio lavoro come consigliere comunale».
Alle parole di Oscar Ferraris replica Francesca Ferraris, segretaria provinciale del Pd, impegnata da tempo nella non facile impresa di tenere unito un partito dove sempre più persone viaggiano autonomamente rispetto alle linee guida adottate. «Tutti hanno accettato di pagare tranne lui e, per quanto il partito chieda di versare il 20% del guadagno degli eletti, ad Asti chiediamo addirittura di meno. Io non percepisco nulla per fare il segretario provinciale, mi pago la benzina e il telefono e non ho mai chiesto un euro a nessuno. Oscar Ferraris dice che rompiamo? Stia tranquillo che continueremo a rompere ancora a lungo». Il chiarimento tra i due Ferraris avverrà probabilmente in settimana per quanto il primo sembra essere intenzionato a non adeguarsi: «La pillola: – aggiunge il consigliere in un secondo messaggio su Facebook – da piccolo rifiutavo quelle che mi dava la mia mamma, figuriamoci se da grande butto giù quelle che mi prescrive il Partito».
Riccardo Santagati
twitter:@riccardosantaga