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Rasero, Goria e Sacco
Attualità

Querelle degli arazzi: Rasero, Sacco e Goria replicano alle accuse dei consiglieri

Il sindaco: “La mostra pensata in un primo momento in certi termini e con accordi interlocutori si è poi dovuta ridimensionare a causa dell’emergenza Covid”

Arazzi a Palazzo Mazzetti: dopo le accuse dei consiglieri di minoranza arrivano le repliche di Rasero, Sacco e Goria

Continua la querelle scoppiata sulla prossima mostra degli arazzi Scassa che sarà ospitata a Palazzo Mazzetti, da settembre, ma senza esporre opere della famiglia Scassa e senza alcuna collaborazione tra Asti Musei e la nota Arazzeria.

Dopo l’intervento di molti consiglieri comunali di minoranza che hanno chiesto le dimissioni del sindaco per aver annunciato una mostra che non ci sarà, almeno non quella già allestita a Venezia, proprio dall’Arazzeria Scassa, che ha riscosso un grande successo di pubblico, tocca al sindaco di Asti Maurizio Rasero, al presidente della Fondazione CrAsti e Asti Musei Mario Sacco e al presidente della Camera di Commercio Renato Goria prendere la parola e replicare alle varie critiche mosse da più parti.

“Nel ribadire la piena sintonia con le istituzioni astigiane per promuovere il nostro territorio a 360 gradi, – commenta il sindaco di Asti – in una strategia condivisa di rilancio economico, turismo, cultura, valorizzazione del patrimonio enogastronomico; confermo che la mostra sugli arazzi si farà e raccoglierà alcuni fra i più importanti arazzi realizzati dalla prestigiosa Arazzeria Scassa, altri prodotti dall’importante Arazzeria Montalbano, alcuni dei quali facenti parte della  rassegna di successo a Venezia, realizzata a cavallo fra l’autunno 2018 e la primavera 2019. In merito alla precisazione dell’amministratore della Fondazione Scassa, Massimo Billotta, ritengo non attenui il senso del progetto e l’impegno comune di realizzare a settembre un’esposizione di valore assoluto per la promozione del nostro territorio con vari importanti arazzi molti dei quali prodotti nelle arazzerie astigiane. La mostra pensata in un primo momento in certi termini e con accordi interlocutori – conclude Rasero – si è poi dovuta ridimensionare e rivedere a causa dell’emergenza Covid-19, ma auspichiamo anche questa volta di realizzare un’esposizione all’altezza degli altri eventi artistici organizzati dalla fondazione Asti Musei”.

Sacco: “Una mostra di pari livello, se non superiore, a quella di Venezia”

Anche il presidente della Fondazione CrAsti e Asti Musei, Mario Sacco, puntualizza che la mostra sarà di qualità, come le precedenti ospitate a Palazzo Mazzetti: “Lo spirito che anima anche la mostra sugli arazzi così come ha animato le mostre di Chagall e Monet o del compianto Senna è sempre lo stesso, cioè realizzare eventi culturali di richiamo internazionale, ma allo stesso tempo valorizzare aspetti, tradizioni, legami significativi col nostro territorio. La mostra in preparazione sugli arazzi sarà di pari livello, se non superiore, alla rassegna ospitata a Venezia – spiega Sacco – in quanto raccoglie anche le più importanti opere acquistate dalle istituzioni astigiane e di loro proprietà, quali per citare a titolo di esempio l’opera Apollo e Dafne un vero capolavoro realizzato dall’Arazzeria Scassa. Le precedenti esposizioni sono state un successo, sia in termini di critica, sia in termini economici, poi la vicenda Coronavirus ha imposto per tutti, anche per la fondazione che presiedo, una pausa di riflessione, la necessità di fare piccoli passi per ripartire. Comprendo sia un momento difficile, una fase dove dominano ancora l’incertezza e la preoccupazione – conclude Sacco – con l’aiuto e le intelligenze di tutti possiamo realizzare e legare in settembre varie iniziative promozionali utili a richiamare attenzione, sensibilità, a soddisfare i gusti e gli interessi di tutti, visitatori e cittadini”.

Per il presidente della Camera di Commercio Renato Goria “l’impegno attuato da tutte le istituzioni del territorio, compresi i consorzi di tutela dei vini e di concerto con la Regione Piemonte, è per sostenere le imprese, gli operatori economici impegnati a fronteggiare la crisi generalizzata causata dalla pandemia che in varia misura e gravità ha colpito tutti. Le manifestazioni pensate di comune accordo che legano cultura, storia, tradizioni comuni, come la Douja d’Or sono convinto contribuiscono a fare da volano per l’economia e a vincere il senso di sfiducia nella società”.

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