Cerca
Close this search box.
Non guardareal passatocon rabbia
Altro

Non guardare
al passato
con rabbia

“ …And so, Sally can wait She knows it's too late as we're walking on by Her soul slides away But don't look back in anger I heard you say… ”  (Noel Gallagher)Don’t look back in

“ …And so, Sally can wait
She knows it's too late as we're walking on by
Her soul slides away
But don't look back in anger
I heard you say… ”  (Noel Gallagher)

Don’t look back in anger. Ne ho capito il significato solo qualche anno dopo il 1996, quando cioè il mio inglese da terza media aveva lasciato il posto a strutture sintattiche un po’ più articolate rispetto a “the cat is on the table”, con tutto il rispetto per il gatto. Oggi, 19 febbraio 2013, ho scoperto che anch’io non guardo al passato con rabbia. Con un sorriso, piuttosto, e una sottile vena di malinconia capace di scaldarmi il cuore. Oggi, 17 anni fa, usciva il singolo di  “Don’t Look Back In Anger” degli Oasis, quinto estratto da “(What’s The Story) Morning Glory?”, disco spartiacque del movimento Britpop con oltre 25 milioni di copie vendute nel mondo e diversi altri record demoliti (clicca qui).

Per chi è nato negli anni ’90 o dopo la parola singolo rappresenta forse un concetto astruso in relazione alla musica, ma quando il sottoscritto navigava meditabondo tra i mari dell’adolescenza era prassi comune attenderne con bramosia l’uscita nei (migliori) negozi di dischi. Il motivo è presto svelato. Il singolo era una sorta di chicca rispetto all’album da cui era tratto, conteneva sì il brano principale ma al contempo altri che, oltre a non essere stati inseriti nella tracklist del disco, dovevano in qualche modo giustificare per l’oggetto una spesa di 10 mila lire circa, non ricordo la cifra precisa. Nella fattispecie quello di “Don’t Look Back In Anger” conteneva i brani “Step Out”e “Underneath The Sky”, robetta in confronto ad un album che ospitava tra i suoi solchi hit pazzesche come “Wonderwall”, “Morning Glory”, “Some Might Say”, “Champagne Supernova”, “Cast No Shadow” e via dicendo, ma anche in confronto al quarto brano e cioè “Cum On Feel The Noize”, fedele cover degli Slade (clicca qui), una delle più importanti glam rock band inglesi degli anni ’70, chicca nella chicca per i musicofili.

Giunti a questo punto del post è lecito chiedersi se il sottoscritto stia cercando di allestire una dubbia operazione nostalgica e/o di idolatria verso un album che, per quanto importante nella storia della popular music (e nella mia personale classifica di gradimento “senza se e senza ma”), non può essere definito un capolavoro di composizione. Risposta: niente di tutto questo. Ognuno giudichi il disco, e il gruppo, come preferisce. Oggi, io, voglio solo celebrare il 17° compleanno di “Don’t Look Back In Anger” e ricordare questa ricorrenza pubblicandone il videoclip (clicca qui). Lo stesso che da quel 19 febbraio 1996 iniziò a impazzare sulle tv di tutto il mondo portando gli Oasis allo status di rockstar universali (con buona pace dei critici) e noi altri poveri sbarbatelli adolescenti a imbracciare una chitarra e a desiderare di mettere su una rock band insieme a qualche amico o compagno di scuola.
Oggi non guardo al passato con rabbia perché, in alcuni casi, una canzone può davvero cambiarti la vita.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale