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"Lo stupro di Lucrezia" al GiraudiShakespeare secondo Valter Malosti
Cultura e Spettacoli

"Lo stupro di Lucrezia" al Giraudi
Shakespeare secondo Valter Malosti

Il poemetto venne pubblicato nel 1594, l’anno successivo alla stampa del gemello “Venere e Adone”. Al Piccolo Teatro Giraudi viene presentato nell’adattamento di Valter Malosti, anche regista ed interprete, con Alice Spisa e Jacopo Squizzato. Appuntamento alle 21

Questa sera (martedì) alle 21 al Piccolo Teatro Giraudi, per la stagione Parole d’Artista del Teatro di Dioniso, sarà presentato lo spettacolo “Lo stupro di Lucrezia” di William Shakespeare nell’adattamento di Valter Malosti, anche regista ed interprete, con Alice Spisa e Jacopo Squizzato.

“Lo Stupro di Lucrezia” è un poemetto che venne pubblicato nel 1594, l’anno successivo alla stampa del gemello “Venere e Adone”. «I due poemetti – afferma Valter Malosti – sembrano formare una specie di dittico simmetricamente contrappuntato, in cui la seconda tavola rovescia la prima: dallo sfondo giorgionesco del primo con conigli cani, cavalli e cinghiali si passa ad un tragico notturno, immerso in una livida oscurità caravaggesca squarciata dalla luce di una torcia».

La storia narra di come Tarquinio stupri Lucrezia, e di come il suicidio della vittima spinga il popolo romano a ribellarsi e a liberarsi dal giogo della tirannia monarchica. In Shakespeare la voce di Lucrezia si dilata e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna, mentre Tarquinio risalta invece come una delle più straordinarie figure di “villain” di tutto l’universo shakespeariano.

Ancora Malosti: «Shakespeare qui dispiega la sua potentissima lingua e la capacità geniale di mescolare l’orrore all’anti-tragica parodia, con una specie di equilibrio incantatore che ci inghiotte nella musica delle parole senza concederci una qualche sospensione liberatoria. I corpi presentati nella loro crudezza ed evidenza appaiono come imprigionati in una sorta di ring/tribunale, un universo concentrazionario circondato da microfoni, spiati da un ambiguo narratore-voyeur che si sovrappone lentamente alla figura del marito di Lucrezia, Collatino».
Biglietti a 12 euro, ridotti 7 euro.

a.g.

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