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Su un treno sferragliante,sotto l'ombrelloneo in un prato in montagna
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Su un treno sferragliante,
sotto l'ombrellone
o in un prato in montagna

L’estate, si sa, spesso è la stagione più propizia alla lettura. Sotto l’ombrellone in spiaggia o in un prato in montagna, sul divano di casa o al bar della piscina, su un treno sferragliante

L’estate, si sa, spesso è la stagione più propizia alla lettura. Sotto l’ombrellone in spiaggia o in un prato in montagna, sul divano di casa o al bar della piscina, su un treno sferragliante per il Nord Europa o su un aeroplano diretto per chissà dove, che cosa c’è di meglio che immergersi in un libro e perdersi, per il tempo di qualche pagina, in storie altre che un po' somigliano alla nostra e un po', invece, ne sono anni luce distanti? E poi: se si somma viaggio a viaggio, il risultato è una vita al quadrato? Consigli in ordine casuale di letture agostane a tema stagionale: due novità 2012 e un classico della letteratura.

Francesco Marocco, Mai innamorarsi ad agosto, Fandango, 270 pp., 15 euro

Matteo Marano, detto Bum Bum, è stato un centravanti promettente, ma ha bruciato la sua carriera a soli ventidue anni. A trenta anni, è un impiegato precario del Ministero dell'Ambiente, a caccia di borse di studio. Sogna un contratto a tempo indeterminato, o almeno il rinnovo dell'ultimo incarico. L'ingegner Boccasini, dirigente senza scrupoli di quel ministero, lo aiuterà, ma a un patto. Bum Bum dovrà arruolarsi nella squadra ministeriale, per far diventare l'ingegnere capocannoniere del torneo. Commedia romantica tra gli inconvenienti della pubblica amministrazione e gli amori che si nutrono più di divieti che di grandi incontri, il romanzo è lo spaccato della caotica società italiana di questi anni tra lavori e affetti che sembrano eternamente transitori.

Herrndorf Wolfgang, Un'estate lunga sette giorni, Rizzoli narrativa, pp. 310, 14 euro

Quando Tschick arriva nella classe di Maik non passa inosservato. Non apre bocca e puzza di alcol. Di sicuro non sembra uno con cui fare amicizia. La madre se ne va per l'ennesima volta alla beauty farm, alias una clinica per alcolisti, e il padre parte in vacanza con la sua segretaria diciottenne. Tatjana Cosic, la ragazza di cui Tschick è innamorato perso, non lo invita alla sua festa di compleanno… E allora Tschick si ritroverà su un'auto rubata accanto a Maik per andare in una terra chiamata Valacchia, che forse esiste, o forse no. L'importante è partire…

Cesare Pavese, Feria d'agosto, Torino, Einaudi, 1946, edizione originale

Feria d'agosto è l'unica raccolta di racconti e saggi pubblicata in vita da Pavese. Contiene brani editi e inediti scritti fra le estati del 1941 e del 1944. Il volume fu pubblicato nel novembre del 1945, ma sulla copertina la data di stampa è 1946. La raccolta è divisa in tre parti: Il mare, La città e La vigna.
“La prima parte comprende alcuni racconti brevi e altri, per la precisione quattro, più estesi. Di mare si parla ben poco (è vagheggiato e non raggiunto dal ragazzo del racconto eponimo); non mancano invece le ossessioni rurali-metafisiche tipiche di Pavese, come l'icona del campo di granoturco, o il motivo del ritorno […] o la contemplazione dalla finestra […] oppure l'amicizia adolescenziale, in una ambientazione sempre estiva e campestre […] La seconda parte […] ospita dapprima alcuni racconti brevi, quindi quattro pezzi più lunghi. Fra le narrazioni brevi abbiamo alcune delle più inquietanti e curiose prove narrative pavesiane, come quel Prato dei morti, macabro e surreale, anzi, vero e proprio racconto fantastico, o l'onirico Sogni al campo, o la metafisica Piscina feriale, dove è una piscina estiva in città a farsi teatro di un'attesa irreale di qualche evento che non si verifica, in un'atmosfera di immobilità, vuoto, solitudine e stasi inquieta fra De Chirico e Hopper […]. La terza parte comprende cinque contributi saggistici, seppure di un genere di saggismo assai immaginoso, lirico e talora magico evocativo…” (Roberto Gigliucci, Cesare Pavese, Mondadori, 2001, pp. 85 e ss).

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