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Coltivazione di mais
Agricoltura

Confagricoltura: vogliamo puntare sul mais per realizzare specialità alimentari sempre più apprezzate

Da sempre è uno dei prodotti simbolo dell’agricoltura, fonte di sostentamento di intere generazioni, celebrato nelle sagre con manifestazioni di grande suggestione scenica, ingrediente principale di numerosi piatti gourmet oggi in grande spolvero

Da sempre è uno dei prodotti simbolo dell’agricoltura, fonte di sostentamento di intere generazioni, celebrato nelle sagre con manifestazioni di grande suggestione scenica, ingrediente principale di numerosi piatti gourmet oggi in grande spolvero. Parliamo del mais, declinato in tutte le sue peculiarità organolettiche e versatilità in cucina così come nell’alimentazione degli animali.  Le varianti di specie sono molteplici.  Nell’astigiano, soprattutto nel sud della provincia, da anni è stata riscoperta la varietà “Ottofile”, pannocchie relativamente grandi ma ricche di gusto. Ora Confagricoltura rilancia, chiedendo di investire in ricerca e sviluppo sul mais.

Rilancio della produzione di granturco

«E’ fondamentale il rilancio della produzione di granoturco, per rafforzare la filiera e fornire all’industria di trasformazione locale materie prime di qualità per la realizzazione di specialità alimentari sempre più apprezzate dai consumatori» è la posizione di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte.  Valutazione di merito all’indomani delle decisioni prese dal tavolo tecnico ministeriale nel quale Confagricoltura ha sostenuto la necessità di potenziare il comparto maidicolo, con strumenti di sostegno che vanno da un diverso utilizzo dei fondi europei all’incentivazione delle coltivazioni attraverso un’adeguata premialità, alla diffusione di pratiche produttive innovative.

Rafforzare la ricerca

«È necessario rafforzare ricerca, innovazione e assistenza tecnica – sostiene il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – L’Università di Torino ha sempre dedicato grande attenzione alla ricerca e alla sperimentazione sul granoturco: con i fondi che l’Europa mette a disposizione per migliorare la sostenibilità delle produzioni occorre individuare percorsi produttivi per specialties in filiera e per rispondere alle sfide ambientali.
Inoltre – aggiunge – è necessario aprirsi senza pregiudizi all’analisi e alla verifica in campo delle potenzialità delle NBT (New breeding technique), cioè cisgenesi e genome editing”.

Dimezzati gli ettari della produzione

La coltivazione del granoturco registra una progressiva riduzione degli ettari investiti che, in quindici anni, si sono praticamente dimezzati, favorendo la crescita delle importazioni nel nostro Paese. Le aziende produttrici di mais italiane sono circa 100 mila con meno di 600 mila ettari coltivati. Il Piemonte offre un contributo di primo piano alla produzione nazionale, con 15.526 aziende e 137.655 ettari di superficie coltivata.  «Si tratta di un dato importante – sottolinea Enrico Allasia – ma nel 2010 le aziende erano 22.896 e gli ettari 170.913.  La coltivazione ha subito una pesante battuta d’arresto e per questo occorre provvedere a rilanciarla, per non mettere a rischio le nostre produzioni alimentari di qualità».

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