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Agricoltura
Roccaverano

Siccità e caro bollette frenano la corsa del “Roccaverano”

Il 2022 è stato un anno difficile per i 15 produttori riuniti nel Consorzio di tutela

E’ una perla del territorio astigiano, un’eccellenza piemontese conosciuta in tutto il mondo. La robiola di Roccaverano, a breve il formaggio “Roccaverano”, sta vivendo un momento di notorietà ed al contempo una profonda crisi.

«Il Consorzio è formato da 15 piccole aziende, ognuna con il proprio gregge di cui lavora il latte. Imprenditori dotati di grande resilienza ma, date le dimensioni, di margini di guadagno ridotti che oggi, a causa della crisi, si sono quasi azzerati – afferma il Presidente Fabrizio Garbarino – Le cause? Si sono sommate diverse criticità: da una parte ci sono gli aumenti di energia e cereali-mangimi legati alla guerra in Ucraina dall’altra una siccità perdurante che limita la produzione. Il disciplinare prevede che l’80% del cibo fornito al gregge sia locale. I produttori del Roccaverano sono schiacciati dalla mancanza di pascolo e dalle meccaniche del mercato. A questo si aggiunta la questione “Peste suina”, con le relative problematiche di accesso ai boschi. Il 2022 è stato un annus horribilis: ci aspettiamo cali e/o una produzione in perdita».

Le speculazioni in borsa

Come detto, molti disciplinari obbligano i produttori ad utilizzare i pascoli locali per legare il prodotto al territorio. Un tempo le speculazioni della borsa dei cereali di New York o Chicago erano ininfluenti per le aziende periferiche perché Madre Natura dava una mano importante. Oggi non è più così. «Il clima sta cambiando in maniera aberrante –lamenta l’intervistato – Negli ultimi due anni la siccità è stata terrificante. Bisogna pensare ad una nuova gestione delle risorse naturali, ad una razionalizzazione del pascolo. Chiediamo aiuto alla comunità scientifica».

Cosa ne pensa la Regione 

Abbiamo chiesto all’Assessore Protopapa lumi sulla questione: «E’ un problema generale. Siamo allineati ai livelli di tutto il comparto zootecnico e agricolo. Voglio precisare però che la Peste suina non è problema che riguarda i greggi locali che possono liberamente pascolare nei propri terreni. Per il caro energia la Regione sta seguendo gli aumenti dei costi e dando una mano con operazioni di promozione di caratura internazionale; la prossima a Bruxelles vedrà protagonista anche la Robiola di Roccaverano. Una maggiore visibilità in contesti di eccellenza, agli occhi degli acquirenti, giustifica l’aumento del prezzo frutto di maggiori costi di produzione garantiti però da qualità e tracciabilità».

Infine una rassicurazione: «Mai come in questo periodo l’attenzione della Regione Piemonte è stata focalizzata su Langhe e Monferrato. Capiamo la situazione difficile legata alla siccità: siamo in inverno e registriamo temperature primaverili; questo è un grave problema. La Regione sta investendo in una programmazione che però darà risultati tra 3,4 anni e studiando un piano per arrivarci con minori sacrifici. Però assicuro che nessuno verrà lasciato indietro».

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