Roma, 18 ago. (TMNews) – La sentenza emessa ieri da un tribunale di Mosca, che ha condannato a due anni di carcere tre componenti del gruppo punk Pussy Riot, colpevoli di “teppismo per motivi di odio
Roma, 18 ago. (TMNews) – La sentenza emessa ieri da un tribunale di Mosca, che ha condannato a due anni di carcere tre componenti del gruppo punk Pussy Riot, colpevoli di “teppismo per motivi di odio religioso”, è secondo Amnesty International un duro colpo alla libertà d’espressione in Russia.
Amnesty International ritiene che il procedimento sia stato motivato politicamente e che le tre Pussy Riot siano state ingiustamente processate per quella che è stata una legittima, per quanto potenzialmente offensiva, azione di protesta.
L’organizzazione per i diritti umani considera Maria Alekhina, Ekaterina Samutsevich e Nadezhda Tolokonnikova prigioniere di coscienza e chiede alle autorità russe di rilasciarle immediatamente e senza condizioni
“In risposta all’ondata di proteste che hanno accompagnato le recenti elezioni parlamentari e presidenziali, le autorità russe hanno introdotto varie misure che limitano la libertà d’espressione e di riunione. Il processo alle Pussy Riot è un ulteriore tentativo del Cremlino di scoraggiare e delegittimare il dissenso. Un tentativo che è destinato al fallimento” – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma e Asia centrale di Amnesty International.