Siria/ Domani tregua, ma regime e ribelli mettono le mani avanti
Risponderanno al fuoco nemico; alcuni gruppi non accettano tregua
Roma, 25 ott. (TMNews) – Sarà una tregua fragile, fragilissima,
quella che dovrebbe cominciare domani in Siria: il
cessate-il-fuoco, proposto dall’inviato dell’Onu Lakhdar Brahimi con la motivazione religiosa della festa musulmana dell’Aid al Adha (26-29 ottobre) è stato accettato dal regime e dai ribelli, ma entrambe le parti si sono volute premunire e hanno annunciato che intendono mantenere il “diritto di rispondere” a eventuali rotture della tregua da parte del nemico.
L’esercito regolare del presidente Bashar Al Assad ha emesso un comunicato ufficiale in cui ha precisato che cesserà le sue operazioni militari a partire da domani mattina, precisando però che “si riserva il diritto di rispondere se gruppi di terroristi armati continueranno a sparare contro i civili e le forze governative, o attaccheranno i beni pubblici e privati”.
Anche i ribelli del Libero Esercito Siriano, per bocca del loro comandante generale Mustafà al-Sheikh, hanno detto che rispetteranno la tregua, ma che risponderanno con durezza in caso di attacco delle forze regolari. Il Libero Esercito ha tuttavia precisato di non poter parlare a nome di tutte le forze ribelli e già ieri il gruppo islamico Al-Nosra aveva respinto ogni proposta di cessate il fuoco.
Con queste premesse, il rischio di un fallimento della tregua, come già avvenuto lo scorso 12 aprile, è alto: allora il cessate-il-fuoco, proposto dall’Onu, era fallito di fatto dopo poche ore nonostante l’intensità dei combattimenti fosse diminuita per alcuni giorni.