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Primarie cs/ Per Renzi a Milano non basta teatro da 1.400 posti
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Primarie cs/ Per Renzi a Milano non basta teatro da 1.400 posti

Primarie cs/ Per Renzi a Milano non basta teatro da 1.400 posti
Ieri sera almeno altre 600 persone non sono riuscite ad entrare


Milano, 30 ott. (TMNews)
– Almeno duemila persone, la maggior parte giovani, sono accorse ieri sera a Milano per ascoltare Matteo Renzi al Teatro Dal Verme: 1.400 hanno preso posto mentre altre centinaia sono dovute rimanere all’esterno. La maggior parte di chi non è riuscito ad entrare ha seguito parte del discorso da due schermi allestiti a lato dell’ingresso principale. La ressa davanti alle porte era tale che Renzi ha preferito entrare da un ingresso laterale e quando intorno alle 21.10 ha iniziato il suo discorso la polizia è dovuta intervenire per far desistere dallo “sfondare” una parte delle persone assiepata davanti alle porte a vetri di via San Giovanni sul Muro.

Nelle sue due ore sul palco, Renzi ha solo in parte ripercorso il canovaccio proposto nelle diverse tappe del suo tour per l’Italia in camper, tagliando molti contributi video e facendo spesso accenno alla realtà milanese, a partire dal sindaco Giuliano Pisapia, seduto in prima fila in platea (con gli assessori comunali Boeri, Maran, Benelli, Bisconti, Maran, Majorino e D’Alfonso), indicato come “punto di riferimento”. Al “collega”, il sindaco di Firenze ha più volte strizzato l’occhio pur premettendo che “il fatto che sia qui non vuol dire che appoggi la mia candidatura”. Continui i richiami anche alla città, capitale della moda e della finanza ma anche del volontariato e del cardinal Martini, dove un sindaco eletto con le primarie ha avuto il coraggio di puntare sulle misure per la riduzione del traffico e presto sosterrà la sfida di Expo.

Interrotto spesso dagli applausi scroscianti del pubblico, circondato da decine di giovani volontari con indosso la maglietta con lo slogan “Il futuro adesso”, Renzi, camicia bianca e pantaloni blu, ha ripetuto le sue note invettive generazionali e in favore di una politica nuova, finendo poi per attaccare nuovamente Massimo D’Alema (“ancora ieri diceva di me ‘E’ violento non rispetta la nostra storia’: noi rispettiamo la storia, ma pensiamo che solo da un passo indietro possa partire la rincorsa”), non mancando di biasimare “la politica che di fronte alle scalate di presunti ‘capitani coraggiosi’ (così nel 1999 D’Alema definì Colaninno e Gnutti, ndr) si mette prona, che consente di vendere o svendere Telecom, di distruggere in 15 anni quello che i senesi hanno costruito in sei secoli di storia”. E proprio per quanto riguarda la finanza, il candidato alle primarie del centrosinistra non ha risparmiato un affondo anche alla ‘nomenklatura’ del Pd che ha criticato il suo rapporto con il mondo della finanza: “Non è la finanza che è buona o cattiva, ma la politica che è buona o cattiva, con la spina dorsale o strisciante davanti ai poteri finanziari”.

Quando ha finito il suo lungo intervento, Renzi è stato letteralmente preso d’assalto dai fans che si sono fatti fotografare con lui e gli hanno chiesto di firmare autografi. Prima di andare a salutare e ringraziare intorno alle 23.20 la cinquantina di persone rimaste ad aspettarlo all’esterno del teatro, il sindaco di Firenze si è concesso ai cronisti annunciando, tra l’altro, che anche i contributi raccolti alla discussa cena con gli esponenti dell’alta finanza “saranno resi pubblici sul mio sito appena saranno depositati”, come del resto fatto con gli altri raccolti fino ad ora.

Poco prima di mezzanotte Renzi a bordo del suo camper ha lasciato il centro di Milano, ultima tappa di un tour lombardo per lui ricco di soddisfazioni e consensi.

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