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L.elettorale/ Salta esame Commissione, a rischio Aula mercoledì
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L.elettorale/ Salta esame Commissione, a rischio Aula mercoledì

L.elettorale/ Salta esame Commissione, a rischio Aula mercoledì
Pesano ballottaggio primarie e caos Pdl, oggi seduta notturna


Roma, 27 nov. (TMNews)
– L’impressione è che più si avvicina la fine della legislatura più il cammino della riforma elettorale diventa faticoso, più i tempi stringono e più si aggiungono nuove variabili dalle quali dipende il futuro della legge che dovrebbe archiviare il famigerato Porcellum. A due giorni dall’approdo in Aula del testo, fissato per mercoledì 28 novembre, due ulteriori fatti mettono a rischio il calendario del Senato: il ballottaggio di domenica prossima tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi delle primarie del centrosinistra e il caos nel Pdl appeso alla decisione di Silvio Berlusconi di annunciare la nascita di una nuova Forza Italia.

I due partiti che dovrebbero accordarsi, insomma, hanno altro a cui pensare e la prima conseguenza è la sconvocazione della seduta notturna della commissione Affari Costituzionali fissata per ieri alle 21. Di riforma, la Comissione tornerà a occuparsi questa sera, dalle 20.30. A quell’ora si saprà l’esito della conferenza dei capigruppo che dovrebbe tenersi oggi stesso e che potrebbe decidere un rinvio dell’approdo in Aula della legge elettorale: il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ha discusso di calendario con il presidente del Senato, Renato Schifani, che nella partita della riforma sembra giocare un ruolo sempre più di primo piano.

Il presidente della Commissione, Carlo Vizzini, assicura che “proseguono i contatti tra le forze politiche e i gruppi parlamentari tenendo conto del tempo che ci resta a disposizione”. E “se non ci saranno modifiche al calendario mi adopererò in modo che ci sia un testo per l’assemblea dopodomani. Se troviamo un accordo ci bastano due ore per dare il via libera in Commissione”. Altrimenti si va in Aula col ddl Malan, che, ribadisce il relatore, “è disponibile sul mio sito da due settimane”. Il problema, ammette Vizzini, “è che i partiti sono diventati troppi, più di quelli ufficiali…”.

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