Cerca
Close this search box.
Naufragio Giglio/ L'accusa: Ferrarini mentì su morti e feriti
Altro

Naufragio Giglio/ L’accusa: Ferrarini mentì su morti e feriti

Naufragio Giglio/ L’accusa: Ferrarini mentì su morti e feriti
I pm: “notizie inesatte, laddove ne era già informato”


Firenze, 5 mar. (TMNews)
– Roberto Ferrarini, capo dell’unità di crisi di Costa Crociere, la notte del naufragio della Concordia, secondo la Procura di Grosseto ebbe la colpa di “ridurre al minimo le conseguenze dell’incidente”, e, fino all’ultimo, negò di essere a conoscenza di morti e feriti a bordo della nave, finita contro gli scogli dell’isola del Giglio il 13 gennaio 2012.

Nelle motivazioni con cui i magistrati ne chiedono il rinvio a giudizio, si legge che Ferrarini non collaborò “pienamente” con le Autorità marittime, ed evitò di mettersi in contatto con la Capitaneria di Livorno, “pur essendo a conoscenza dell’apertura di una falla (telefonata con Francesco Schettino delle 21.58)”. E ancora, fornì alla Centrale Operativa del Comando Generale delle Capitanerie di Porto notizie inesatte in merito alla situazione della Concordia, “in particolare riferendo di un’evoluzione positiva e sostanzialmente tranquilla della situazione a bordo, senza essere peraltro in grado di fornire cifre attendibili in merito al numero delle persone a bordo”.

Una lunga catena di falsità, per gli inquirenti, culminate nella telefonata delle 00.41 a Roma, al Comando generale delle Capitanerie di porto, “in particolare fornendo notizie inesatte e fuorvianti in merito all’esatto numero delle persone a bordo (riferendo, seppure in via dubitativa, che tutti i passeggeri avevano già abbandonato la nave), negando di avere notizie di feriti a bordo e tantomeno di morti, laddove viceversa ne era già informato”.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale