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Cav a Quirinale rilancia governo larghe intese. E torna sperare
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Cav a Quirinale rilancia governo larghe intese. E torna sperare

Cav a Quirinale rilancia governo larghe intese. E torna sperare
Due ipotesi: esecutivo politico o di scopo. E trattativa su Colle


Roma, 21 mar. (TMNews)
– Quello che dice al termine dell’incontro non è poi molto diverso da quello che ha ripetutamente dichiarato negli ultimi giorni. Di differente, semmai, c’è lo stato d’animo. Perché dopo le consultazioni Silvio Berlusconi lascia il Quirinale piuttosto sollevato, con la sensazione di essere meno isolato e di poter considerare Giorgio Napolitano ‘garante’ del peso politico del centrodestra.

Il Cavaliere sale al Colle in mattinata a capo della delegazione di Pdl e Lega. Dopo un’ora di colloquio nello studio alla Vetrata è lui stesso a rivolgersi a giornalisti e telecamere con una dichiarazione piuttosto breve, senza che siano consentite ulteriori domande. D’altra parte il momento è delicato e qualsiasi parola di troppo avrebbe rischiato di fare danni. Berlusconi ribadisce che il centrodestra è “responsabile” e che ha dato la sua “assoluta disponibilità” per un governo di larghe intese con il Pd, visto che il Movimento 5 stelle di contro si è chiamato fuori da qualsiasi collaborazione. Ma per l’ex premier è imprescindibile che i democratici abbandonino ogni speranza di mettere le mani sulla presidenza della Repubblica dopo aver ‘occupato’ i vertici di Camera e Senato. Insomma, sempre lì si torna.

A palazzo Grazioli a ora di pranzo il Cavaliere e i big pidiellini squadernano i diversi scenari. L’auspicio è che il capo dello Stato eviti di dare un incarico esplorativo a Bersani visto il quadro emerso dalle consultazioni. La speranza, infatti, è che Napolitano si affidi direttamente a una persona terza, con molta probabilità al presidente del Senato, Pietro Grasso, affinchè possa valutare se ci sono i margini per un accordo. L’esplorazione, viene spiegato, dovrebbe avvenire su due livelli. La prima ipotesi sarebbe quella di un ‘governo politico’ con un sostegno il più largo possibile. In pratica tutti tranne il M5s che però potrebbe votare di volta in volta i provvedimenti su cui concorda. Si tratterebbe di un governo destinato a non avere vita breve, con un programma di più ampio respiro, e in cui possano anche sedere esponenti delle forze politiche. Il secondo livello, che andrebbe valutato se il primo si rivelasse impraticabile, è più simile a quello che si intende con l’espressione ‘governo di scopo’, della durata di un anno circa, meno rappresentativo dei partiti, che nascerebbe con l’obiettivo di realizzare un programma ben specifico e fatto di una serie di punti definiti. Che, a parte la legge elettorale, dovrebbero essere principalmente economici e non è un caso se nella sua dichiarazione al termine delle consultazioni Silvio Berlusconi abbia molto insistito sulla questione delle misure per affronatre la crisi. E chiaro che, sia in un caso che nell’altro, la ‘pacificazione’ prevede che nell’agenda del futuro governo non entrino provvedimenti come il conflitto di interessi o similari che il Cavaliere considera contra personam. D’altra parte l’ex premier sarebbe pronto a rinfoderare la richiesta di elezioni a breve soltanto se con il suo 30% riuscisse ad avere voce in capitolo nei prossimi scenari e, in virtù di questo ‘azionariato’, anche subire meno la morsa dei processi. Anche per questo la manifestazione di sabato a piazza del Popolo ha cambiato improvvisamente piattaforma, titolo, e toni. Che si sono fatti molto più soft.

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