Una decina di consiglieri comunali di minoranza (Aceto, Bosia, Scognamiglio, che deve ancora firmare, Quaglia, Garrone, Vespa, Serpa, Coppo, Imerito, Ferrero) ha presentato un’interpellanza al sindaco sul progetto “Apriamo gli occhi”
Una decina di consiglieri comunali di minoranza (Aceto, Bosia, Scognamiglio, che deve ancora firmare, Quaglia, Garrone, Vespa, Serpa, Coppo, Imerito, Ferrero) ha presentato un’interpellanza al sindaco sul progetto “Apriamo gli occhi” e relativa applicazione per cellulari. Partendo dal dato di fatto che ad Asti c’è una percentuale molto alta di reati predatori e che, date le ristrettezze economiche del Comune, «ogni spesa dev’essere saggiamente ponderata, gestita con la diligenza del buon padre di famiglia e autorizzata solo nei casi in cui vi sia un oggettivo riscontro di efficacia e beneficio per la più ampia fetta di cittadinanza possibile», i consiglieri rilevano che Asp e Comune hanno investito sul progetto «risorse per 21.300 euro + Iva, di cui 11.550 euro + Iva per la realizzazione dell’app e 9.750 euro + Iva per il canone di assistenza quadriennale». Rilevato ciò, i consiglieri spiegano che sul mercato «esistono numerose app con funzioni analoghe o superiori a quelle contenute in “Apriamo gli occhi”, tutte praticamente esenti sia da costi di utilizzo che da canoni». Segnalano che, dal lancio del progetto (23 novembre scorso), l’applicazione «conta solamente tra 100 e 500 scaricamenti alla data del 16 aprile» e sottolineano che il Comune aveva già aderito al portale Decorourbano.org, dotato di relativa app gratuita, dedicata alle segnalazioni dei cittadini riguardanti degrado e manutenzione cittadina.
Fatte queste osservazioni, i consiglieri chiedono al sindaco «perché Asp e Comune abbiano deciso di investire sull’app nonostante l’esistenza di applicazioni simili già reperibili sul mercato in modo completamente gratuito; se non ritenga di generare disuguaglianze con l’investimento di risorse pubbliche con un’app scarsamente fruibile dagli anziani, in difficoltà nell’utilizzo delle nuove tecnologie e scarsamente fruibile nelle frazioni del Comune di Asti a causa di una ridotta copertura delle reti degli operatori di telefonia mobile». Tra le altre domande poste al sindaco, anche quella sul controllo effettivo delle segnalazioni che confluiscono nell’app e che gli utenti possono leggere a seconda del raggio d’azione delle notifiche richieste: «Qualcuno, tra forze dell’ordine, polizia municipale o personale del Comune o di Asp, – concludono – è deputato al controllo delle segnalazioni?»
r.s.